lunedì 28 dicembre 2009

Woman

Adesso è facile

Politici cosi'

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Le azioni e i pensieri che ogni giorno ci accompagnano servono a soddisfare due bisogni:
Personali e comuni.
Un politico qualsiasi dovrebbe, naturalmente, tralasciare il primi dedicandosi totalmente ai secondi.
Non certo incensandosi preventivamente buttando via 200.000 Euro in manifesti di propaganda.

domenica 13 dicembre 2009

In bocca al Duomo

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Da questa sera se volete augurare sfortuna a qualcuno, augurateli :

- IN BOCCA AL DUOMO !

domenica 6 dicembre 2009

La morte non è niente

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La morte non è niente.
Sono solamente passato dall'altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l'uno per l'altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un'aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d'ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c'è una continuità che non si spezza.
Perché dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perché sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall'altra parte, proprio dietro l'angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.

GIOCHI - Apri la porta

GIOCHI - SilverSphere

giovedì 19 novembre 2009

Missione LCROSS

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Lunar Crater Observation and Sensing Satellite


La missione partita il giugno scorso da Cape Kennedy, Florida, è allunata nel cratere Cabeus, vicino al polo sud della luna.
Il satellite LCROSS, dopo mesi di avvicinamento in orbita attorno alla terra, ha iniziato la sua discesa in picchiata verso il cratere lunare, ma prima di colpire la superficie ha sparato un proiettile dritto nel centro del cratere.
L'esplosione nel centro del cratere ha provocato l'espulsione di una grande quantità di terreno lunare, che il satellite ha potuto analizzare a fondo per più di quattro minuti, prima di seguire la tragica sorte del proiettile e infrangersi sulla superficie lunare.

Quei quattro minuti di raccolta dati potrebbero essere essere ricordati nel futuro come il vero inizio dell'avventura interplanetaria.
Perché i risultati delle analisi sono inequivocabili: appena sotto la superficie, il polo sud della luna è pieno di acqua ghiacciata.
Secondo gli scienziati della NASA, la quantità di acqua rilevata è abbondante e si potrebbe trattare addirittura di miliardi di tonnellate.

Il nostro satellite, che compie un giro intorno alla terra ogni ventotto giorni, ci mostra però sempre la stessa faccia.
L'idea popolare che l'altra faccia della luna, “the dark side of the moon,” sia sempre oscurata è però falsa.
Entrambe le facce della luna subiscono il bombardamento della luce solare tutti i giorni.
Non avendo l'atmosfera a proteggerla da sole, la luna subisce una terrificante escursione termica, passando dai -150° notturni ai +100° diurni.
L'acqua dunque non può trovarsi in superficie, poiché evaporerebbe instantaneamente al contatto con la luce solare.

Le zone più fresche della luna sono i poli, alcuni dei cui crateri sono perennemente in ombra.
Per questo è stato deciso di lanciare un proiettile all'interno del cratere di Cibeus, vicino al polo sud, perché è la zona più favorevole per andare a caccia di acqua sotterranea.
I ricercatori della NASA si sono dichiarati “estatici” alla vista delle linee spettroscopiche che confermano la presenza massiccia di acqua.
Si sospettava da tempo che ci potesse essere acqua al polo sud della luna, a causa delle grosse quantità di gas d'idrogeno che si vi ammassa, ma finora si trattava solo di speculazioni. L'idrogeno, insieme all'ossigeno, è infatti il prodotto della reazione chimica dell'elettrolisi: fornendo abbastanza energia, la molecola di H2O si separa nei suoi due costituenti, ossigeno e idrogeno, e quest'ultimo è stato osservato attorno ai poli lunari.

La scoperta dell'acqua, di grande portata scientifica, porta con sé impressionanti risvolti economici.
Per prima cosa, l'acqua è il nutrimento essenziale dell'uomo, dunque qualsiasi progetto di colonizzazione del satellite deve risolvere per prima cosa l'approvvigionamento di acqua: problema ora risolto, a quarant'anni dal primo atterraggio sulla luna.
La questione è fondamentale, se pensiamo che il costo del trasporto di un chilo di materiale dalla terra alla luna viaggia intorno al milione di dollari.

Il luogo particolare in cui è stata scoperta l'acqua è un altro fattore di enorme importanza.
Il cratere Cibeus, il cui fondo è in ombra, è circondato dai cosiddetti “picchi di luce eterna”, cioè delle montagne lunari le cui vette sono perennemente alla luce. L'amministratore delegato della X Prize Foundation, Peter Diamandis, ha suggerito che la presenza di queste vette illuminate permetterà, sfruttando macchine alimentate ad energia solare, l'estrazione intensiva dell'acqua a ciclo continuo.

Ma c'è dell'altro. Diamandis, la cui fondazione X Prize ha indetto una competizione mondiale per la realizzazione del miglior veicolo motorizzato in grado di scorrazzare sulla luna (il premio è stato consegnato la settimana scorsa), ha lanciato un monito agli agenti immobiliari:
“La proprietà più appetibile di tutto il sistema solare è il polo sud della luna!” Non si tratta di una provocazione, ma dell'inizio della corsa all'esplorazione spaziale.

Il carburante preferito dagli astronauti è infatti proprio l'acqua.
I propulsori dei razzi che spingono in orbita i nostri satelliti, infatti, utilizzano idrogeno e ossigeno che, messi in contatto, si trasformano in acqua, sprigionando l'enorme quantità di energia necessaria per sfuggire alla forza di gravità terrestre. L'idrogeno e l'ossigeno vengono ottenuti grazie all'idrolisi dell'acqua: proprio come accade al polo sud della luna, utilizzando grosse quantità di energia possiamo separare idrogeno e ossigeno a partire dall'acqua, poi immagazzinarli in serbatoi separati e infine usarli per fare andare i razzi.

Considerando che navicelle spaziali per missioni interplanetarie non possono partire dalla superficie terrestre, ma devono essere costruite e varate al di fuori della nostra atmosfera, l'ostacolo insormontabile all'esplorazione spaziale era finora rappresentato proprio dal costo spropositato del carburante spaziale, ovvero idrogeno e ossigeno.
La possibilità di usare la luce solare sui “picchi di luce eterna” sia per estrarre l'acqua che per ricavarne direttamente il carburante per i voli interstellari danno una nuova prospettiva all'incredibile scoperta della NASA.

A chi appartiene l'acqua sulla luna? Forse non tutti sanno dell'esistenza del Trattato dello Spazio Esterno, un accordo ratificato nel 1967 che proibisce l'utilizzo della luna per scopi militari e stabilisce che il territorio lunare è “proprietà comune”, allo stesso modo in cui gli oceani appartengono a tutti.
Fino ad ora, l'esplorazione della luna non ha avuto grossi incentivi di carattere commerciale, proprio per via della mancanza di acqua.
Ma dopo questa scoperta della NASA le cose cambieranno rapidamente e non è impensabile che già fra dieci anni aziende private oppure i governi di USA, Russia e Cina si contenderanno l'estrazione dell'acqua lunare, ponendo il problema della proprietà dei territori extraterrestri.

martedì 17 novembre 2009

Inneres Auge

Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale

sabato 14 novembre 2009

L'area scomparsa

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Le due figure sono composte dalle stesse tessere di uguale superficie, come si può constatare contando i quadrati della griglia. Due triangoli con base ed altezza identiche hanno la stessa area.
Ma spostandole.....
Ci si trova nella situazione paradossale in cui la somma di quantità uguali dà risultati differenti.

lunedì 9 novembre 2009

I Gotta Feeling - Università del Quebec

Parlamento chiuso, legifera Papi

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La Camera dei Deputati rimarrà chiusa per l'intera settimana, così com'è stato comunicato a tutti deputati dall'ufficio di presidenza.
Sembra uno scherzo, o un messaggio surreale.
È invece il dato incontrovertibile che segna quanto la nostra democrazia parlamentare sia in affanno, messa sotto scacco da una volontà politica ormai chiara più del sole. Già da tempo, sui giornali, si era infatti registrato il lento congelamento del Parlamento, lo svuotamento delle funzioni di Palazzo Madama e di Montecitorio: ma lungi dall'essere il frutto di un destino cinico e baro, o di una qualche calamità naturale, quanto accade in questi giorni è il prodotto di un disegno scientifico.

Scopo di questo disegno è concentrare tutti poteri nelle mani dell'Esecutivo, spostando il baricentro del potere dal Parlamento, così come descritto nella nostra carta costituzionale, a Palazzo Chigi, sede del governo. È questo un disegno che vede come suo inizio la famosa legge porcata di Calderoli, con la quale si è cercato non solo di svuotare di qualsiasi significato il voto elettorale, espressione genuina della sovranità popolare, ma anche, attraverso la diretta indicazione del Presidente del Consiglio sulla scheda, di modificare la costituzione materiale di questo paese in senso presidenzialista. Quanto accade in questi giorni è solo l'ennesima conferma della pericolosissima direzione, evidentemente anticostituzionale, che intende seguire l'attuale esecutivo.

Così accade che mentre il governo vede nella quotidianità della vita politica aumentare drasticamente i propri poteri, attraverso un’interpretazione espansiva delle norme che ne regolano la disciplina, la Camera chiude i battenti per dieci giorni. I numeri sono eloquenti: i deputati lavorano in media 27 ore alla settimana e, su 102 leggi approvate fino ad ora dall'inizio della legislatura, ben 87 sono di iniziativa governativa. Il che equivale a dire che il 90% delle leggi provengono dal governo. Fa impressione, inoltre, sapere che le 15 leggi approvate dal Parlamento sono il frutto di una sintesi che ha come base ben 4200 testi presentati dai deputati.

A Palazzo Madama la situazione è, se possibile, anche peggiore: dai numeri risulta infatti che un senatore lavora in media solo nove ore la settimana. Questa è la situazione ed appare evidente a tutti che un Parlamento ridotto in questo stato non serve a nessuno, essendo già di fatto nient'altro che un semplice luogo di ratifica delle proposte del governo.

La notizia dunque è questa: Montecitorio non lavora perché le scelte del governo gli impediscono di lavorare. A rendere eclatante quanto accaduto è il fatto che a denunciare la gravità della situazione sia stato lo stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini, autorevole membro della maggioranza. È stato infatti il cofondatore del PDL a confermare che la conferenza dei capigruppo ricomincerà a lavorare il 9 novembre con la riforma della legge di bilancio. “Mancanza di copertura finanziaria”. Questa una delle ragioni per le quali non è possibile calendarizzare in aula progetti di legge d’iniziativa parlamentare. Le commissioni sono ferme, ma non per pigrizia - precisa Fini - ma perché mancano i soldi. Quello stesso Gianfranco Fini, che all'inizio della legislatura aveva promesso che l'Assemblea avrebbe lavorato cinque giorni su sette invece dei tre della precedente, ha dato la colpa di questo stop all'esecutivo.

Teatro di questo conflitto è stato l'organo di autogoverno del Parlamento, la conferenza dei capigruppo. "Una delle ragioni per le quali non è possibile calendarizzare in aula progetti di legge d’iniziativa parlamentare - ha detto l'ex presidente di Alleanza Nazionale - deriva dal fatto che questi non possono essere licenziati dalle commissioni per mancanza di copertura finanziaria". Questo perché ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 81 della Costituzione, "ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte". Tuttavia, né la Costituzione, né altre fonti di diritto positivo, avevano in passato dettato precise norme in ordine agli strumenti e alle modalità di attuazione dell'anzidetto precetto costituzionale, che era stato di sovente disatteso, come rilevò la sentenza del 10 gennaio 1966, n. 1 della Corte Costituzionale.

La materia, invece, risulta ora espressamente disciplinata sotto il titolo di "copertura finanziaria delle leggi" dall'articolo 11 ter della legge 5 agosto 1978, n. 468. La legge prevede che la copertura avvenga esclusivamente a mezzo di: 1. utilizzo degli accantonamenti dei fondi speciali; 2. riduzione di precedenti autorizzazioni di spesa; 3. modificazioni legislative comportanti nuove o maggiori entrate. Il principio appare dunque chiaro: se non ci sono i soldi è meglio evitare di perder tempo per discutere di un intervento legislativo che comunque non potrebbe produrre alcun effetto.

Parole, quelle di Fini, indirizzate al ministro Elio Vito, responsabile dei rapporti con il Parlamento, e rimaste, a detta dei testimoni, senza nessuna risposta. Così accade nella sostanza che l'intera assemblea rimarrà ferma in un momento in cui certamente il lavoro non manca. Dopo la riforma della legge finanziaria, infatti, dal 9 novembre l'assemblea di Montecitorio discuterà la mozione Realacci sulla nave dei veleni al largo della Calabria e il disegno di legge sull'istituzione del ministero della Salute, mentre il provvedimento sulla cittadinanza gli immigrati sarà rinviato a dicembre.
Il punto però che occorre sottolineare è un altro. L'idea, cioè, di poter modificare l'ordine costituzionale del Paese senza rispettare le norme previste dalla stessa Costituzione all'articolo 138.

Accade dunque che il governo, in questo aiutato dallo strapotere mediatico del Biscione, cerchi di persuadere la pubblica opinione che l'Italia è un paese che ha bisogno di essere ristrutturato e rivisto nella sua interezza e che, per lungo tempo, è vissuto al di sopra delle proprie possibilità. La soluzione ai problemi è dunque nel rigore economico, che si traduce in un immobilismo dell'esecutivo nella gestione della spesa pubblica e nel taglio di ogni costo superfluo, che si traduce nella riforma di qualsiasi istituto che sia di ostacolo all'iniziativa del governo, e dunque alla volontà di Silvio Berlusconi.

È infatti questa la chiave di lettura attraverso la quale leggere i recenti avvenimenti. È in atto una vera e propria guerra istituzionale da quando il Presidente del Consiglio, sentendo come un oltraggio la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del lodo Alfano, ha deciso di lanciare una vera e propria controffensiva nei confronti di tutti poteri ancora autonomi, e dunque pericolosi perché immuni dalla sua influenza: la magistratura prima, la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubblica poi, il Parlamento adesso. Ben si comprende quindi il perché il presidente del Senato, Schifani, uomo di fiducia del premier, abbia deciso di non seguire l'iniziativa del suo collega Fini, come se il problema dell'autorevolezza del Parlamento non lo riguardasse. Quando si va in guerra, infatti, servono soldati non filosofi, bisogna quadrare le posizioni e serrare i ranghi: la fedeltà al capo non si mette in discussione neanche se ad essere sotto attacco è la credibilità della istituzione che si rappresenta. La strategia è chiara, i giochi sono fatti. In palio c'è il regime.

domenica 1 novembre 2009

GIOCHI - Sobics

1 mouse, 1 tastiera... infiniti PC

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Con il sofware Synergy è possibile condividere il mouse e la tastiera per più computer, compatibile con Windows, Macintosh e Linux.
Permette di controllare i pc connessi via TCP/IP, basta che i PC siano collegati ad una rete o ad un router.

E’ sufficiente spostarsi con la freccia sul bordo laterale per far saltare il puntatore del mouse sul computer accanto, come se fosse un tutt’uno.

Scaricate Synergy2 e installatelo su due o più computer che volete controllare.
Una volta installato aprite l’icona “Synergy” che trovate sul desktop.


Configurazione del PC server (PC1) per Windows:



-Impostare il pallino su “Share this computer’s keyboard and mouse”
-cliccate sul tasto Configure.



Nel box in alto Screen premete il tasto “+” e nel campo Screen Name immettete i nomi di rete dei vari computer da gestire.

-Nel box in basso “Links”, dovete definire i comportamenti da assumere per spostarvi da un pc all’altro.
Ad esempio se avete due pc, uno che si chiama “PC1” e l’altro “PC2”, voi nella sezione links impostate
[0] to [100]% of the [left] of [PC1] goes to [0] to [100]% of [PC2]
(cliccate poi il tasto “+”)

In questo modo diciamo al programma che se dal PC1 spostiamo la freccia sul lato sinistro dello schermo, il mouse andrà a pilotare il PC2

Ora però dobbiamo impostare il comando per il ritorno al PC1, clicchiamo quindi su New Link e immettiamo i seguenti dati:
[0] to [100]% of the [right] of [PC2] goes to [0] to [100]% of [PC1]
(cliccate sempre il tasto “+”)

-al termine della procedura possiamo fare OK e avviare il PC1 con il tasto “START”, il software si andrà a posizionare nella barretta tray in basso.

Configurazione pc Client (PC2):

-Impostare il pallino su “Use another computer” e nella casella immettete l’indirizzo IP del computer che fa da server (PC1)
-Cliccare sul pulsante START

Se avete impostato tutto regolarmente le icone nel tray assumeranno le sembianze di un fulmine giallo.
Adesso potete provare a spostarvi da un pc ad un altro con una semplicità assoluta.

Il software è GRATUITO ed è open source con i sorgenti eventualmente disponibili.

Buon divertimento

venerdì 30 ottobre 2009

Controller del futuro



Presentato all' UIST (ACM Symposium on User Interface Software and Technology), un video ci mostra un innovativo sensore che, calcolando la contrazione dei muscoli dell'avambraccio, è capace con una sensibilità di circa l'80%, di giocare in tutta tranquillità Guitar Hero senza dover utilizzare nessun controller.
Altre applicazioni, per aiutarci nella vita quotidiana sono in fase di studio finale.

venerdì 16 ottobre 2009

Meditate gente....

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Tutta la felicità passata, presente e futura deriva dal conoscere la propria mente.
Noi e tutti gli altri esseri viventi, senza eccezioni, desideriamo la felicità e
cerchiamo di evitare la sofferenza.
Questo è lo scopo principale di tutto quello che facciamo, diciamo e pensiamo.
Essendo venuti al mondo, desideriamo continuare a vivere e aspiriamo a un certo grado di felicità, libertà, amore e benessere.
Eppure, per quanto fortunati possiamo essere, alla fine ci sarà sempre qualcosa che continua a sfuggirci.
La felicità è un’esperienza, uno stato della mente; potremo mai riuscire a
raggiungerla, se ci disinteressiamo proprio della mente?
Eppure la maggioranza degli esseri fa esattamente questo: cercare all’esterno qualcosa che in realtà si trova all’interno; rincorrere un’infinità di oggetti
dimenticandosi completamente del soggetto.
Questo atteggiamento maldestro produce tutti i paradossi,piccoli e grandi, del mondo che ci circonda.
Conoscere la mente significa rendersi conto di come i nostri modi di pensare,
sentire e reagire creano la nostra felicità e la nostra sofferenza.
Quindi non è affatto un argomento astratto, qualcosa di cui dovrebbero occuparsi solo gli psicologi o gli studiosi del settore.
Conoscere la mente ci riguarda tutti personalmente e direttamente; è la quintessenza di tutte le conoscenze,qualcosa che dovrebbe essere insegnato a scuola ,se solo ci fosse qualcuno in grado di farlo.
La conoscenza della mente non appartiene a nessuna filosofia di vita in particolare, trascende ogni distinzione fra ideologie o schieramenti politici, e non può essere rinchiusa nei confini di una dottrina religiosa.
Piuttosto, ha a che fare con la nostra condizione di esseri umani in quanto tali. Possiamo attaccarci con gran forza alle nostre convinzioni:sposando una certa fede politica,potremmo avere idee molto precise su cosa sia “una società migliore”; ma a
cosa serve questo, se individualmente non siamo capaci di diventare noi stessi
“una persona migliore” – e continuiamo ad essere in balìa di emozioni conflittuali
e distruttive.
Abbracciando un insegnamento religioso, potremmo avere idee molto precise su cosa siano la “verità assoluta” o la “legge divina”; ma a cosa serve questo, se non sappiamo riconoscere (e trasformare) quegli aspetti della nostra mente che creano confusione e sofferenza in noi stessi e negli altri.

Avendo elaborato una nostra filosofia di vita personale, potremmo avere convinzioni irremovibili su cosa sia meglio o peggio per noi e per tutti;ma a cosa serve questo se, in realtà, non siamo né felici né di buon esempio per gli altri?
Non importa quali siano le nostre convinzioni, fedi o princìpi: all’atto pratico, tutti abbiamo bisogno di conoscere la nostra mente.
Nel tentativo di “puntellare” la nostra fragilità interiore, potremmo dedicare la
nostra vita ad accumulare e gestire beni materiali di qualsiasi tipo, a manipolare
gli altri o a conquistare posizioni di un certo potere o prestigio.
Ma tutto questo finisce inevitabilmente per snervarci, e il momento di goderci il meritato frutto dei nostri sforzi non arriva mai.
Se non abbiamo la padronanza della nostra mente e dei nostri stati interiori, non ci
servirà a molto il dominio sulle cose, le persone e le situazioni esterne.
Se non conosciamo la nostra mente –cioè noi stessi – perfino le esperienze di
autentico godimento non ci saranno veramente di aiuto, a lungo andare.
Possiamo rincorrere le nostre passioni, il piacere di tutti e cinque i sensi, la
bellezza delle diverse forme artistiche – e non c’è nulla di male in tutto questo… se
non fosse che a volte la nostra mente si fissa, si incolla a qualcosa con tutte le sue
forze e produce l’illusione che, senza quella cosa, la nostra felicità (o la nostra
stessa vita) sarebbe impossibile.
In questo modo le nostre fissazioni e i nostri attaccamenti distruggono proprio quella
gioia che vorrebbero creare.
È impossibile riuscire a godere di qualsiasi cosa, se non impariamo a riconoscere e a godere di quell’immensa ricchezza che è la nostra vera essenza: lo stato naturale della mente, la libertà primordiale da ogni fissazione dualistica.

Un altro tentativo di trovare un rifugio dalla nostra confusione, potrebbe essere
quello di immergersi in un vortice frenetico di attività, così da non avere mai tempo per fermarsi a pensare.
E allora tutta la nostra anima è nel lavoro; finito questo, occorre programmare le
vacanze – che sono anche un tipo di lavori forzati, solo un po’ diverso.
Nel frattempo, non dobbiamo perdere di vista quell’obiettivo o quel progetto che
abbiamo deciso di realizzare;mentalmente, già ci prepariamo a tutte le attività che intraprenderemo per raggiungerlo.
Appena c’è di nuovo un po’di tempo libero bisogna divertirsi ad ognicosto, come minimo organizzare qualcosa con gli amici e così via.
Ma questo modo di vivere correndo, alla lunga ci svuota;se le nostre attività non sorgono dallaconfidenza con noi stessi, dallo spazio naturale della nostra mente, tutto ciò che facciamo ci lascia esausti e con un pugno di mosche in mano.

Ancora, potremmo essere il tipo di persona che non corre dietro a nulla in
particolare, che privilegia la tranquillità e il quieto vivere, un certo grado di
comodità e l’assenza di eccessive difficoltà.
Ma neppure questa isola personale, basata sul farsi i fatti propri,costituisce un rifugio affidabile.
Gli ostacoli che cacciamo dalla porta,rientrano dalla finestra per infastidirci
ancora di più e – quel che è peggio –sembrano riprodursi all’infinito.
Vorremmo semplicemente essere lasciati in pace, ma la nostra mancanza di flessibilità trasforma ogni imprevisto in una sfida insopportabile.
Quando la vecchiaia e la morte vengono a bussare alla nostra porta, potrebbe essere troppo tardi per accorgerci che tutta la nostra vita non è stata di grande beneficio, in fin dei conti, né per noi né per gli altri.
Se non facciamo esperienza dello stato naturale della mente, la nostra esistenza
si trasforma in pura e semplice sopravvivenza.

In una barzelletta si racconta di un uomo che cerca alacremente qualcosa per
terra di notte, alla luce di un lampione.
Sopraggiunge un amico che, offrendosi di aiutarlo, gli domanda:
“Cos’hai perso?”
lui risponde:
“Le mie chiavi di casa”
“Dove ti sono cadute precisamente?”
chiede l’amico;
“Laggiù, a cinquanta metri da qui”
è la risposta.
Stupefatto,l’amico domanda:“E allora perché mai le stai cercando qui?”
Risposta:
“Perché qui c’è la luce del lampione, mentre laggiù non si vede niente!”
.
Gli uomini sono un po’ come il protagonista di questa barzelletta; ci
intestardiamo a cercare la felicità in un luogo in cui è impossibile trovarla: fuori
di noi. A dire il vero, la felicità che viene dall’esterno non è del tutto inesistente; si può ricavare una certa soddisfazione temporanea dall’ottenere cose, situazioni o persone desiderate.
Ma questa felicità non è destinata a durare ed è completamente inaffidabile; non è di
prima scelta ed è di qualità piuttosto scadente.
Quando facciamo dipendere la nostra felicità dal raggiungimento di certe condizioni esterne, tutto ciò che ci circonda sembra interferire negativamente con i nostri desideri e gli ostacoli sembrano moltiplicarsi. Quel che è peggio, anche quando riusciamo a realizzare certe aspirazioni, quella felicità che credevamo di afferrare in realtà ci sfugge di mano.
Basta esaminare la nostra situazione per convincersene: non c’è bisogno di credere a queste parole per fede, le esperienze personali di ciascuno di noi ci confermano continuamente che le cose stanno proprio così.
Di solito pensiamo in termini di quando e allora
- Quando avrò raggiunto questo e quest’altro,allora sarò finalmente felice!.
- Quando potrò davvero realizzarmi sul lavoro, o avrò raggiunto quell’obiettivo
nella mia carriera,allora sarò felice.
- Quando avrò trovato il partner dei miei sogni,allora…
- Quando avrò finalmente la mia casa (la mia auto, il livello di
guadagni desiderato, l’ultima novità in fatto di tecnologie portatili,allora…
Ma questo, di fatto, non succede mai.
Non è mai successo fino ad ora, e non si vede come potrebbe avverarsi magicamente in futuro. Non è così che funziona la vita; le cose (le persone e le
situazioni) cambiano continuamente, si deteriorano e presto o tardi cessano di
esistere, o di produrre quella felicità che ci aspettavamo. Anche se non dovessero
cambiare le situazioni esterne, siamo noi stessi a cambiare: quello che ci dà gioia
oggi, forse può darcela anche domani e dopodomani. Ma fra una settimana, un mese o un anno sarà già caduto nel dimenticatoio; per allora la nostra mente starà già rincorrendo nuovi desideri, in un processo che è chiaramente senza fine.
Tutta la felicità passata, presente e futura deriva dal conoscere la nostra mente
, perché è proprio lì che tutto quanto ha origine.
Viceversa, tutta la sofferenza passata, presente e futura deriva dall’ignorare la natura della nostra mente e di tutte le nostre esperienze.
Inseguendo la felicità in territori in cui non può essere trovata; è come essere
permanentemente in balìa della confusione, di un’allucinazione o di un brutto sogno. Per i singoli individui,questo porta a un circolo vizioso fatto di insoddisfazione, confusione e infelicità.
Lo stesso processo – rapportato su vasta scala a livello di gruppi, comunità,società, nazioni, mondo intero – porta a tutti i conflitti, le ingiustizie, la violenza e
le guerre che sperimentiamo quotidianamente.
La distruzione dell’ambiente naturale e dell’armonia fra gli uomini è sempre esistita.
E continuerà a esistere, finché ci saranno esseri umani;
perché i conflitti esterni non sono altro che lo specchio dei conflitti interiori: delle emozioni perturbatrici che divampano in una mente ignara della propria natura.
Conoscere la mente è il solo rimedio efficace e permanente contro quella sofferenza “onnipresente” che, da sempre, assilla gli individui e le società.
Tutta la felicità passata, presente e futura deriva dal conoscere la propria mente.

Conoscere la mente e il suo stato naturale, significa poter attingere alla
sorgente inesauribile della gioia e della libertà.
Non esiste gioia più alta di quella che nasce spontaneamente dall’esperienza dello stato assoluto, senza dipendere da cause e condizioni passeggere.
Non esiste libertà più grande della libertà dalla confusione e dalle abitudini mentali negative – le vere cause della nostra stessa infelicità.
Conoscere la mente, soprattutto, significa poter essere veramente di beneficio per gli altri –aiutandoli a realizzare quella gioia e quella libertà che tutti desiderano, allo stesso modo.Non dobbiamo pensare che tutto
questo sia troppo lontano per essere raggiunto, o troppo difficile per essere
praticato; la nostra mente è eccezionalmente flessibile, è può essere allenata ancora più facilmente di quanto facciamo con il corpo.
Allenando il corpo in palestra si diventa sempre più atletici,agili e muscolosi; allenando la mente con la meditazione si diventa sempre più saggi, rilassati e felici.
Quando ci rilassiamo nello stato naturale, tutte le qualità positive (che erano già presenti,anche se oscurate) sbocciano spontaneamente e senza sforzo, fino a raggiungere la completa maturazione.
Non c’è un limite al progresso di questa evoluzione interiore; più ci si applica,
maggiori sono i risultati che si ottengono.

Se ci si applica a fondo nella pratica della meditazione, si può raggiungere una
completa realizzazione delle nostre potenzialità naturali, così completa da
non poter neppure essere descritta attraverso concetti ordinari.
Diversi nomi
sono stati usati per questa realizzazione:illuminazione, risveglio, liberazione, nirvana, frutto, stato assoluto,saggezza primordiale e così via.
Man mano che si progredisce nella pratica, i segnali di una crescita genuina sono solitamente: un maggior controllo sulle diverse circostanze della vita quotidiana; la
diminuzione delle emozioni perturbatrici come la collera, gli attaccamenti, l’invidia
e l’orgoglio; la diminuzione dell’egoismo e del senso di importanza personale; la
crescita dell’altruismo e della compassione verso tutti gli esseri; la libertà dalla paura e dalle fissazioni; una certa saggezza, cioè la capacità di non lasciarsi trascinare dagli alti e bassi delle circostanze esterne; la capacità di restare
aperti e gioiosi sempre: non solo nelle situazioni positive, ma anche in quelle
difficili.

mercoledì 7 ottobre 2009

domenica 20 settembre 2009

GIOCHI - Demolisci il palazzo

Un frate scomodo

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La storia è quella di una voce dissonante dall’impero monocorde della Chiesa Romana. E’ il ritratto di una figura religiosa che ha agito in libertà su diversi fronti, troppo in bilico per il rigore d’ufficio del Vaticano.
Il protagonista è Frate Benito Fusco e dovrà lasciare l’eremo di Ronzano.
La Curia bolognese sembra non aver digerito la sua adesione pubblica alla difesa della libertà di scelta di Eluana.
Ufficialmente è l’Ordine ad aver preso questa decisione, ma non era certamente nell’ombra il disappunto delle alte sedi ecclesiastiche.
Sarà trasferito forse proprio per quella firma apposta alla legge sul fine vita.
Il voto di obbedienza lo obbliga a seguire le decisioni prese dal priore dell’Ordine cui appartiene, i Servi di Maria, senza troppe discussioni.
Arriveranno dei nuovi a sostituirlo nella programmazione delle attività dell’eremo.
Frate Benito Rusconi ha un passato un po’ troppo disordinato per i gusti del clero. Militante nelle rivolte studentesche degli anni settanta, vicino alle storie più dimenticate della società contemporanea, sensibile alle richieste di legge dei gay, non è certamente il canone del prete da chiesa, soprattutto di questa.
Poco ortodosso, allergico alle logiche del potere, fuori schema per natura, inizia a dar troppo fastidio.
Il frate scomodo se ne va con l’ultimo atto del suo operato: la Festa dei popoli prevista a fine settembre sul grande tema dei diritti umani e l’impegno ecclesiale, sia accademico che sociale, su questo fronte di fuoco.
La giornata terminerà con una tavola rotonda proprio sul “Diritto di scegliere” in cui proprio lui argomenterà perché un cattolico non deve imporre la proprie visione dell’esistenza sugli altri a colpi di legge e, soprattutto, perché non c’è un autentico problema di coscienza sull’ipotesi della legge laica, se non strumentale alle diatribe sofistiche dei militanti di sette e partiti.
La decisione di trasferimento arriva dopo le lettere ai vescovi sui 41 sacerdoti dissidenti.
Alla richieste di maggiori controlli e di severe raccomandazioni, l’ordine, con la curia dietro le quinte, ha risposto con un secco trasferimento.
Un esilio nonostante l’operato eccellente e apprezzato di frate Fusco.
Perché la comunità intorno a lui ha solo parole di encomio.
Il pontificato di Benedetto XVI non ha fatto altro che aggravare lo stato di chiusura e di regressione di dottrina che ha attraversato la Chiesa già a partire dal pontificato di Wojtyla, soltanto meglio equipaggiato da un‘attitudine mediatica di maggiore impatto e da un’identità geografica legata alla martire Polonia e non alla Germania nazista. La china per il resto è la stessa ed è molto ben documentata.
Religiosi come Frate Fusco fanno bene alle Chiese tutte e alla società civile.
Fanno bene ai cittadini che non hanno alcuna inclinazione di fede.
Fanno bene al significato profondo della mediazione culturale tanto raccontata nell’oratoria delle omelie domenicali e, soprattutto, fanno bene a quella prova di fattibilità e di riuscita concreta di cui il multiculturalismo sembra sempre essere un po’ povero.
E’ stata la storia ad entrare nelle chiese e a spazzare via privilegi e assiomi di dottrina. Lo hanno fatto spesso proprio uomini di dio. L’ha fatto un domenicano ricco di genio come Giordano Bruno, l’ha fatto un monaco votato a S. Anna come Martin Lutero. Ogni accostamento è audace, ma la storia di un frate che non ha smarrito il senso di cosa sia uno stato laico e non confessionale.
La coscienza è una cosa seria.

domenica 13 settembre 2009

La caduta di Berlusconi

GIOCHI - Ispettore Zigmond

Dedicato a Silvio

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Mi dà una felicità malinconica il pensiero di vivere nel mezzo di questo groviglio di vicoletti, di bisogni, di voci: quanti piaceri, impazienza, bramosie, quanta vita assetata ed ebbra di vita vi vengono alla luce in ogni istante! E tuttavia presto scenderà tanto silenzio su tutti questi esseri chiassosi, vivi, assetati di vita! Dietro ad ognuno c'è la sua ombra, il suo cupo compagno di strada! è sempre come all'ultimo momento prima della partenza di una nave di emigranti: ci sono più cose da dirsi che mai, l'ora incalza, dietro tutto quel chiasso attendono impazienti l'oceano e il suo desolato silenzio - così avidi, così sicuri del loro bottino. E tutti, tutti sono convinti che finora non ci sia stato niente o poco e che il futuro sia tutto: donde questa fretta, queste grida, questo assordarsi e circonvenirsi! Ciascuno vuole essere il primo in questo futuro, e tuttavia l'unica cosa sicura e comune a tutti di questo futuro sono la morte e il silenzio di morte! Strano che questa unica sicurezza, questo unico elemento comune non possa pressoché niente sulla folla, e che sia lontanissima dal ritenersi la confraternita della morte! Mi rende felice vedere che gli uomini non vogliono assolutamente pensare il pensiero della morte! Mi piacerebbe fare qualcosa per rendere loro il pensiero della vita cento volte più degno di essere pensato.

Friedrich Wilhelm Nietzsche

11500 giorni in attesa della morte.

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George Bush frequentava ancora l’università di Yale quando Ronald Curtis Chambers, muratore afro americano, entrò nel braccio della morte del Texas.
Era appena diventato padre di una bambina ma l’infanzia passata nel ghetto di Dallas, dove prosperavano armi e droga e dove ci si può sentire molto più soli che altrove, avevano già segnato la sua esistenza.
Dopo una rapina finita con la morte di un uomo, Chambers ed il suo complice, Clarence Williams, erano stati arrestati e accusati di reato capitale.
Per salvarsi la vita, Williams gettò tutta la responsabilità su Chambers ed ottenne una pena mite mentre Chambers venne condannato a morte.
In Texas, le giurie non hanno mai speciali riguardi nei confronti dei neri e dopo 45 minuti di dibattito arrivò la sentenza irrevocabile.
Da 11.500 giorni all’incirca, Ronald Curtis Chambers vive in un mondo obsoleto, fatto dei pochi metri soffocanti di una cella, di secondini razzisti e di tanti altri mali che la maggior parte della gente non conoscerà fortunatamente mai.
Per 11.500 volte ha indossato gli stessi abiti, mangiato lo stesso cibo insapore, dormito nel letto-bunker riservato ai condannati a morte.
Ma la vendetta nei suoi confronti non si è ancora esaurita e il 25 gennaio prossimo Chambers verrà giustiziato nel famigerato edificio noto come “The Walls”, che si trova ad Huntsville, dove l’economia si basa interamente sulla pena capitale.
I nomi di coloro che gli inietteranno il veleno una volta che sarà legato saldamente ad un lettino non sono stati resi noti l’amministrazione penitenziaria non ha nessun interesse a farli conoscere.
L’ordinamento del braccio della morte del Texas, l’ingiustizia legalizzata, la mancanza di principi morali che dovrebbero ispirare la legge sono più che sufficienti a cambiare l’indole dei detenuti.
Tuttavia, Ronald Chambers non ha abbracciato alcuna forma di perversione e non si è mai abbandonato alla violenza per tutti e 31 i lunghi anni sella sua detenzione. Tutti gli riconoscono una certa integrità e la stessa amministrazione ha ammesso che si è sempre distinto per la buona condotta.
Si è adattato alla sua condizione forse nella speranza di essere un giorno riammesso nella società libera.
Nel 1987, la condanna a morte era stata abrogata ma sette anni più tardi i giudici d’appello avevano avuto un ripensamento e Chambers era tornato nel braccio della morte.
E’ piuttosto sorprendente che, mentre tutto si evolve, lo stato del Texas continui ad amministrare una giustizia ferma all’epoca dei pionieri.
Dal giorno in cui Chambers è stato chiuso in una cella l’assetto geo-politico del mondo è cambiato, sono nate le reti telematiche, la guerra ha travolto interi paesi ma il desiderio di vendetta nei suoi confronti non si è attenuato.
Persino agli occhi disincantati di un cronista, tanta inerzia e tanta stolidità risultano incomprensibili.
Non basta che un uomo abbia tenuto una condotta esemplare per oltre 30 anni affinché si consideri saldato il suo conto con la giustizia, ci vuole la sua morte.
Persino i famigliari della vittima hanno affermato che l’esecuzione non servirà a risarcirli della loro perdita, ma lo stato pretende di scavalcare anche il loro parere pur di affermare il suo desiderio di vendetta.
Oggi Ronald Chambers è un uomo di 51 anni, che ha visto precederlo nel cammino dell’ultimo miglio 380 uomini, ad alcuni dei quali era molto legato.
Fra pochi giorni, lui stesso si avvierà lungo quel difficile percorso dal quale non c’è ritorno. Gli agenti non avranno bisogno di stanarlo dalla cella né di trascinarlo fuori di peso come è accaduto con tanti altri. In un’intervista ha detto: “Ho avuto tanta pazienza in questi anni o ce l’avrei fatta”. Forse avrà inteso dire che anche nel momento più duro avrà pazienza. Recentemente ha ricevuto la visita della figlia, ormai ultra trentenne, anche lei vittimizzata dalla vicenda del padre nonostante avesse solo pochi giorni quando Chambers venne condannato a morte. Il suo non è un caso unico: perché è scontato che se la legge non protegge la vita dei detenuti significa che non è in grado di proteggere neppure chi è fuori.
Nei 31 anni trascorsi nel braccio della morte, più di qualsiasi altro condannato, Chambers ha resistito ai tentativi di brutalizzazione fatti dalle guardie per infrangere il suo spirito e la sua forza di volontà.
Ha fatto da testimone a tante e tali atrocità che ci vorrebbero secoli per descriverle. Ora il sistema giudiziario razzista in vigore in Texas si appresta ad ucciderlo pur sapendo che non sarà la sua esecuzione ad arginare i mali del paese. Servirà solo a dimostrare che nelle disgraziatissime colonie d’America l’oppressione furoreggia trionfante.

giovedì 3 settembre 2009

Il tempo




Poiché il tempo non è una persona che potremo raggiungere sulla strada quando se ne sarà andata, onoriamolo con letizia e allegrezza di spirito quando ci passa accanto.

martedì 1 settembre 2009

La mia città




Avevo otto anni e correvo con un decino in mano
Verso la fermata del bus
Per comprare un giornale a mio padre
Sedevo sulle sue gambe in quella grossa vecchia Buick e
sterzavo mentre guidavamo per la città
Mi arruffava i capelli e diceva figliolo dai un
bello sguardo intorno questa è la tua città
Questa è la tua città..

Nel '65 la tensione saliva alle stelle, al mio liceo
C'erano un sacco di scontri tra bianchi e neri
Non c'era niente da fare
Due macchine al semaforo di sabato notte, nel sedile posteriore c'era una pistola
Si sparse la voce, veloce come una pallottola
I tempi difficili erano giunti, nella mia città
La mia città....

Ad esso in Main Street ci sono solo vetrine bianche
E negozi senza proprietario
Sembra che non ci sia più nessuno
Che voglia più venire a stare qui
Stanno chiudendo lo stabilimento tessile
oltre la ferrovia
Il capo reparto dice questo lavoro se n'è andato ragazzi
e non ritornerà più nella vostra città
Nella vostra città...

L'altra notte io e Kate a letto parlavamo
di andarcene via
Di fare le valigie e andarcene forse verso sud
Ho 35 anni, abbiamo un figlio nostro adesso
La notte scorsa l'ho fatto sedere dietro il volante
e gli ho detto figliolo dai un bello sguardo intorno
questa è la tua città

domenica 16 agosto 2009

MaXimus




Il mio nome è Maximus Decimus Meridius, comandante dell’esercito del nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio, padre di un figlio assassinato, marito di una moglie assassinata, e avrò la mia vendetta in questa vita o nell’altra

mercoledì 12 agosto 2009

Guantanamo



Io sono un uomo sincero
Li dove crescono le palme
E prima di morire voglio
Gettare i miei versi dell'anima.

Il mio verso è di un verde chiaro
E di un carminio acceso
Il mio verso è di un cervo ferito
Che ha trovato riparo nel monte

Io sono un uomo sincero di questa terra delle palme
Prima di morire voglio dividere questi versi della mia anima
Coltivo una rosa in giugno e gennaio
per l'amico sincero che mi da la sua mano

E per il crudele che strapperebbe questo
cuore con il quale vivo.
Io non coltivo cardi ne ortiche
Io coltivo una rosa bianca.

E per il crudele che mi strappa
il cuore con cui vivo
Non coltivo ne cardo ne ortiche
coltivo la rosa bianca

Coi poveri della terra voglio dividere la mia fortuna
Il ruscello della montagna
Mi compiace più del mare.

domenica 9 agosto 2009

South Stream

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Nei giorni scorsi, con la sigla dell'accordo con la Turchia, il gasdotto italo-russo South Stream ha fatto un deciso passo avanti. Il progetto, lanciato nell'ambito dell'accordo Eni-Gazprom del 2006, prevede di portare gas russo verso l'Italia e verso i paesi dell'Europa centrale senza passare per l'Ucraina, che tanti scontri e incidenti ha avuto in passato con la Russia, ma attraversando il Mar Nero.
Questa risposta italiana è diversa da quella dell'Unione Europea, e assolutamente non integrata con il resto del continente.
Infatti, l'UE appena un mese fa ha firmato un analogo accordo, sempre ad Ankara, per il gasdotto Nabucco, un progetto con il quale Bruxelles intende portare in Europa metano estratto nei paesi del Mar Caspio con l'obiettivo di liberarsi dal monopolio di Gazprom e di Mosca.
Ma si sa che l'Italia, per quanto riguarda i favori da fare a Putin, è in controtendenza rispetto all'UE.
Entrando nel dettaglio, il metanodotto South Stream prevede un percorso sottomarino di 900 chilometri, che raggiungerà profondità fino a duemila metri sotto il livello del mare, dalla costa russa di Beregovaya, sul Mar Nero, fino alle coste bulgare. Per proseguire, è allo studio la realizzazione di due tronconi: uno verso Nord diretto in Europa centrale attraverso Romania, Ungheria e Slovacchia, e quello verso Sud che arriverà in Italia attraverso la stessa Bulgaria e l'Albania.
Gli accordi tra Italia e Russia in questo settore sono già stretti: l'Eni ha firmato accordi con Gazprom nel campo della ricerca e dello sfruttamento dei giacimenti di idrocarburi in Siberia.
In cambio, Gazprom vuoi vendere il metano in Europa, ed è questo che spaventa Bruxelles, che pertanto sta sponsorizzando Nabucco. Con la firma dell'accordo di Ankara, tra Berlusconi, Scaroni, Erdogan, Miller e Putin, è proprio quest'ultimo che segna un punto a suo favore, mentre l'Europa rimane ancora una volta disunita in campo energetico, e privata di una strategia continentale unitaria.
Parallelamente, e nello stesso giorno, Erdogan e Putin hanno firmato un accordo di cooperazione che autorizza Mosca a intraprendere lo studio di fattibilità per la costruzione del tratto turco di South-Stream.
Ma non si tratta solo di questo: tra Mosca ed Ankara c'è piena unità di intenti, tanto che hanno firmato un secondo protocollo di cooperazione che riguarda un altro progetto a cui partecipa l'Eni.
Si tratta dell'oleodotto, Samsun-Ceyhan, che collegherà le coste turche sul Mar Nero a quelle mediterranee, lungo un tracciato di 500 chilometri, con una capacità prevista di 1,5 milioni di barili al giorno.
Fino ad oggi il governo turco non aveva fatto decollare l'oleodotto che punta a evitare il traffico navale nello stretto dei Dardanelli, proprio per l'assenza di assicurazioni sulle forniture, che ora Mosca ha dichiarato di voler dare.
Russia e Turchia hanno firmato anche un protocollo di cooperazione nel settore dell'energia atomica per la costruzione della prima centrale atomica turca.
Il progetto prevede quattro reattori, ciascuno da 1,2 gigawatt e sorgerà a 200 chilometri da Antalya, sul Mar Mediterraneo.
L'Italia non ha firmato nuovi contratti, ma Berlusconi ha parlato, con "orgoglio", di "un grande successo della nostra diplomazia".
Secondo il premier "si tratta di un grande successo della nostra azione e della nostra diplomazia commerciale che ha portato la Turchia ad accettare che un importante gasdotto, che farà capo al 50 per cento all'Eni e al 50 alla Gazprom, passi sul fondo del Mar Nero".
Nei giorni 6 e 7 agosto scorsi, tutti i quotidiani italiani riportavano, dando anche molto spazio, queste dichiarazioni di Berlusconi.
Negli stessi giorni è stato molto difficile trovare sui giornali turchi e russi una foto o una dichiarazione del premier italiano.
Certamente perché non si tratta per niente di "un grande successo della nostra diplomazia" e le dichiarazioni del capo del governo italiano sono state solo l'ennesimo spot elettorale diretto verso l'interno.
Se si guarda in realtà quanto avvenuto ad Ankara, Berlusconi ha potuto giocare solo un ruolo da comprimario.
Infatti South Stream, pur essendo un affare economicamente colossale, è stato solo una parte di quella che sembra una nuova partnership strategica che il premier islamico della Turchia, Tayyip Erdogan, ha stretto con Vladimir Putin.
Quindi, è un successo russo-turco.
L'Italia è solo il mercato finale cui vendere il metano, cioè in definitiva è il cliente. Secondo il network televisivo turco Ntv, la visita russa ha portato alla firma di 15 accordi, di alcuni dei quali non si conoscono i termini.
Quindi in realtà il vertice di Ankara è un'altra cosa: è una svolta nei non sempre idilliaci rapporti tra Turchia e Russia, una svolta in cui al centro c'é l'energia e la situazione geopolitica del Caucaso e anche di Cipro, un'altra cosa che non farà molto piacere all'UE e che rischia di segnare un distacco di Ankara da quell'Europa nella quale vorrebbe entrare.
E in tutto questo, l'Italia di Berlusconi c'entra ben poco.
"La sorpresa è cresciuta", spiega la fonte, "quando è stato chiaro che Berlusconi rivendicava la firma degli accordi come un successo personale".
Il resto del comunicato turco consegnato alla Reuters è solo l'ennesima figuraccia della diplomazia italica nelle mani del grande venditore di fuffa pubblicitaria che la governa: "Questo è il genere di cose che potrebbe costituire un problema sul piano diplomatico.
Ma dal momento che si tratta di Berlusconi, ha fatto solo sorridere i due leader". Il sito di Palazzo Chigi dice che la partecipazione della Turchia al progetto South Stream è "un successo personale del presidente del Consiglio".
La fonte del governo turco sostiene che Berlusconi non ha giocato un ruolo nella stipula dell'accordo.
Tutta una serie di successi per Russia e Turchia, quindi.
Ad essere sconfitta è l'Unione Europea, che non riesce a liberare il suo territorio dalla pressione economica di Gazprom nel campo energetico.
Il gasdotto Nabucco è un elemento chiave di questa strategia complessiva, ma ha l'appoggio dalla UE in generale, non da tutti i singoli Paesi europei.
La firma dell'accordo per Nabucco è stata resa possibile dal cambiamento di posizione politica da parte della Bulgaria: Sofia era infatti in precedenza impegnata per South Stream, ma dopo le elezioni del 5 luglio scorso, il nuovo governo ha cancellato i precedenti impegni e si è invece unito al Nabucco.
Sembrava quindi che la strada fosse spianata, visto che Nabucco è in aperta concorrenza con South Stream e lo ha privato del punto di arrivo sulla terraferma.
A questo punto, compare la sorpresa geopolitica: South Stream può passare per le acque territoriali turche, e salvaguardare gli affari di Gazprom in Europa occidentale.
L'Italia è d'accordo. Ancora una volta, contro Bruxelles.

giovedì 6 agosto 2009

GIOCHI - 8 Regine


Metti sulla scacchiera 8 regine, senza possibilità di offesa.

mercoledì 5 agosto 2009

Guzzanti racconta

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Paolo Guzzanti, parlamentare del centrodestra eletto con il Pdl e poi passato al Pli, prima in un post e poi in risposta a un commento sul suo blog apre un nuovo capitolo sugli scandali sessuali di Berlusconi.
Oltre a specificare di essere «tra quelli che pensano e anzi sanno che davvero tutto è politico, che la vita privata di una persona pubblica è pubblica e che si risponde di tutto», Guzzanti scrive di aver lasciato Berlusconi anche «per il suo atteggiamento puttaniero di disprezzo per le donne, tutte le donne, essendo un gran porco e una persona che ha corrotto la femminilità italiana schiudendo carriere impensabili a ragazze carine che hanno imparato solo quanto sia importante darla alla persona giusta al momento giusto, sollecitate in questo anche dalle madri, quando necessario.
Quest'uomo ai miei occhi corrompe la gioventù e mina le basi della società minando il rispetto nei confronti della donna».
Continua l'onorevole: «Ciò è avvenuto (l'abbandono del Pdl da parte di Guzzanti, ndr) in concomitanza delle voci, che io ho potuto verificare come purtroppo attendibili (non prove, ovviamente, altrimenti le avrei presentate io), secondo cui un famoso direttore ha mostrato e fatto leggere a un numero imprecisato di persone (deputati e deputate di Forza Italia per lo più) i verbali che tutti i direttori di giornale hanno, ma che avrebbero deciso di non usare su sollecitazione del Presidente Napolitano.
Si tratta di trascrizioni da intercettazioni avvenute nell'ambito dell'inchiesta di Napoli e poi fatte distruggere da Roma, in cui persone che ora ricoprono cariche altissime si raccontano fra di loro cose terribili che la decenza e la carità di patria mi proibiscono di scrivere, anche se purtroppo sono sulla bocca di coloro che hanno letto i verbali.
Io ne conosco almeno tre.
Dunque io non ho molti dubbi su quanto è accaduto ed accade».
Poco oltre, in risposta a un lettore che gli chiedeva ulteriori chiarimenti, Guzzanti va oltre: «Io dico, e lo confermo, che le cose che mi sono state raccontate da più fonti (e io sono uno dei mille e più di mille raggiunto dai dettagliati resoconti di chi ha letto) sono assolutamente disgustose: rapporti anali non graditi, ore e ore di tormenti in attesa di una erezione che non fa capolino, discussioni sul prossimo set, consigli fra donne su come abbreviare i tormenti di una permanenza orizzontale pagata come pedaggio.
I dettagli sono centinaia e non sono io che li nascondo, perché io sono soltanto uno cui alcuni lettori dei verbali (persone serissime, uomini e donne, tutti della stessa area di centro destra) hanno raccontato ciò che hanno letto, ovviamente con una massiccia concordanza dei dettagli stessi.
Il giorno in cui un magistrato, lette queste mie parole, volesse interrogarmi per sapere da chi ho avuto queste relazioni e chi fosse il giornalista che ha fornito il materiale in lettura, farei il mio dovere e farei i nomi».

lunedì 3 agosto 2009

GIOCHI - Andiamo a casa

SPOTIFY Musica Gratis

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Avrete sentito parlare tutti di Last.fm credo, e molti di voi lo avranno utilizzato fino a poco tempo fa (prima che diventasse a pagamento).
Spotify si basa sull’idea di Last.fm ma in modo assolumente migliore, con un database di artisti e brani immenso, con i brani completi (e non i soliti 30 secondi di anteprima!) e con un player leggero, comodo, veloce e semplice da usare.
Spotify è un software per ascoltare gratuitamente musica in streaming. Purtroppo attualmente Spotify è gratuito solo in UK, ma noi abbiamo trovato un modo per utilizzare Spotify anche in Italia, senza pagare.
Come avere un account gratuito per Spotify in Italia…

Seguite questi semplici passaggi per registrare un account Spotify gratuito:

1. Utilizzate questo proxy

http://www.daveproxy.co.uk/

per aggirare il blocco sugli Ip Italiani, chiudete tutte le fastidiose finestre pubblicitarie che si aprono all’interno del sito (trovate close in alto ad ogni spot) e scorrete la pagina in basso, fino arrivare al form per inserire l’url.

2. A questo punto, inserite l’indirizzo https://www.spotify.com/en/get-started/ nel form e cliccate su go (chiudete eventuali finestre pubblicitarie).
3. Compilate tutto il form con i campi richiesti, in Postal Code inserite BL64LT e confermate la registrazione.
4. Scaricate ed installate il programma e all’avvio inserite il vostro Username e Password.
Ogni tanto Spotify potrebbe chiedervi di effettuare il login per verificare il vostro Ip, in questo caso basta collegarvi utilizzando il proxy del punto uno.

*Se Spotify dovesse bloccare l'accesso proxy allora usate Ivacy Monitor ( un VPN su UK con 100 Mega Free) sia per registrarvi sia per convalidare il login.
Poi chiudetelo e avviate normalmente per non sprecare i 100 MB.

Buon ascolto!

mercoledì 29 luglio 2009

GIOCHI - Gridlock



Fai uscire il rettangolo blu.

Nucleare Leggi riadattate

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Per le nuove centrali nucleari Italiane lo Stato non darà alcun sussidio perché la loro costruzione sarà interamente finanziata dagli operatori privati.
Lo ha dichiarato qualche giorno fa il ministro Scajola a margine dell'inaugurazione del cantiere di Mochovce, in Slovacchia, dove Enel sta costruendo due unità nucleari.
Peccato che sia una menzogna. Il “nuovo” nucleare costerà molto alle indebitate casse dello stato ed Enel avrà tutti gli aiuti che servono.
Anzi qualcuno l’ha già avuto. Per esempio, l’aver fatto pagare alle famiglie italiane un contratto che riguarda la messa in sicurezza di materiale radioattivo di sua proprietà.
Negli anni 80 la Francia, la Germania e l’Italia si accordarono per sviluppare un progetto di reattori veloci che si sarebbero alimentati con le scorie prodotte da loro stessi.
Fu usato il termine di centrali autofertilizzanti.
Di quel fallimentare progetto è rimasta una vecchia centrale a Cres Melville, in Francia, dove sono anche stoccate le barre di plutonio usate durante la breve vita dell’impianto.
Un terzo di quel combustibile nucleare è di Enel che nel 1998 stipula un contratto per tenerle presso la centrale.
Quel contratto aveva una clausola: entro il 2007 l’Enel doveva riprendersi le barre oppure pagare perché fossero ritrattate in Francia, trasformate in rifiuti radioattivi e quindi riconsegnate.
Il 30 aprile dell’anno scorso il governo Berlusconi, usando l’azienda pubblica Sogin, perfeziona quell’accordo pattuendo il ritrattamento in 170 milioni di Euro. Il contratto prevede anche un ulteriore spesa di 133 milioni per la cessione a terzi del plutonio recuperato.
Le scorie rienteranno entro il 2025.
Il problema è che nel definire il perimetro degli oneri nucleari il legislatore non aveva menzionato le scorie francesi.
Quelle erano parte di un accordo di Enel con Edf che non rientrava nello smantellamento del sistema nucleare italiano.
Eppure a maggio del 2008 la Sogin - per conto del governo - chiede all’Autorità per l’Energia ed il Gas, che ha il compito di erogarle i fondi per lo smantellamento, i soldi per onorare quel contratto.
L’Autorità eroga quei soldi “in via provvisoria” solo perché il governo le promette di sanare la situazione a posteriori modificando il decreto ministeriale del26 gennaio 2000, cioè la legge che definisce quali sono gli oneri nucleri
Nella sostanza: visto che il governo, maggior azionista di Enel, non vuol far pagare alla sua azienda quei soldi, li fa pagare alle famiglie italiane usando impropriamente fondi per lo smantellamento dei vecchi impianti nucleari.
La legge non lo permette?
Il governo sanerà la situazione a posteriori modificando a suo pro una vecchia legge.
Funziona cosi la democrazia in Italia. Ma non è finita.
Un’altro aiuto è arrivato solo qualche settimana fa grazie alla legge “Sviluppo” approvata dal Parlamento il 9 luglio.
Con questa legge si ordina al Gestore della Rete Elettrica di immettere in rete “tassativamente” una determinata quota di energia prodotta dagli impianti nucleari “costruiti sul territorio italiano”.
Questo è possibile modificando retroattiva un legge del marzo 1999 - una consetudine ormai - che voleva favorire la produzione di energia da fonte rinnovabile.
E’ infatti bastato aggiungere alla frase “fonti energetiche rinnovabili” le parole “energia nucleare prodotta sul territorio nazionale” ed il gioco è stato fatto. Inoltre con quella stessa legge le fonti rinnovabili vengono tassate indirettamente perché si costringe il produttore a pagare l’onere per la trasmissione e la distribuzione anche se la produzione e l’utilizzazione di quell’energia elettrica è sul posto.
Una tassa occulta? Dire che il nucleare serve al paese è una bugia. Ed infatti nella sua ultima uscita il ministro Scaiola ha corretto il tiro. Ha detto che “sarà un’affare”. Siamo daccordo con lui. Sarà un affare. Per questo governo.

martedì 28 luglio 2009

GIOCHI - Light-Bot



C'è un robot per ogni cosa, anche per accendere le luci. Però bisogna programmarlo a dovere, se volete che tutto funzioni. È più semplice del Cobol, ma non è detto che ce la farete al primo colpo. Può causare dipendenza.

Compagnie aeree...alla frutta

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La Pet Airways conta una flotta di tutto rispetto, per permettere a cani e gatti americani di andare in vacanza con i loro padroni, seduti accanto a loro e accuditi come normali passeggeri. I voli previsti servono al momento cinque citta’ americane: New York, Los Angeles, Chicago, Denver e Washington. E le richieste sono gia’ molte.
A cambiare e’ solamente la durata dei voli: i piccoli amici hanno bisogno di soste e quindi i voli della Pet Airways dureranno leggermente di piu’, per permettere loro di sgranchirsi le zampe e rilassarsi un po’. A bordo possono salire fino a 50 animali, completamente assistiti dalle hostess e dagli steward.

venerdì 24 luglio 2009

GIOCHI - La fuga




Non c'è un diario... Non c'è un menu... Non c'è niente da collezionare... in altre parole: Ci siete solo voi... e la macchina!
Il vostro scopo sarà quello di riuscire ad accendere le 6 luci rosse sopra il numero della stanza, per riuscirci una serie di bottoni e leve che cliccati in un certo ordine vi permetteranno di accedere al prossimo livello.
Non disperatevi se alla decima volta fallite di nuovo, costanza e nessuna rasseniazione saranno gli unici elementi che vi permetteranno di passare i livelli. Buona fuga!

GIOCHI - Trova 6 differenze

Disney in microSD

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Disney sarà la prima major cinematografica a vendere i film in formato microSD.
Dal prossimo autunno, in Giappone, titoli come "Pirati dei Caraibi" o i cartoni animati della Pixar sanno disponibili sia in versione DVD che micro-SD. Inizialmente le confezioni conterranno entrambi i supporti.
L'idea è quella di consentire la riproduzione video non solo domestica, ma anche su smartphone e lettori multimediali portatili senza alcuna limitazione.
Sotto il profilo della redditività la mossa di Disney potrebbe dimostrarsi vincente, soprattutto considerando il fatto che la formattazione su più formati è quasi a costo zero.

giovedì 23 luglio 2009

GIOCHI - La somma








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