giovedì 19 novembre 2009

Missione LCROSS

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Lunar Crater Observation and Sensing Satellite


La missione partita il giugno scorso da Cape Kennedy, Florida, è allunata nel cratere Cabeus, vicino al polo sud della luna.
Il satellite LCROSS, dopo mesi di avvicinamento in orbita attorno alla terra, ha iniziato la sua discesa in picchiata verso il cratere lunare, ma prima di colpire la superficie ha sparato un proiettile dritto nel centro del cratere.
L'esplosione nel centro del cratere ha provocato l'espulsione di una grande quantità di terreno lunare, che il satellite ha potuto analizzare a fondo per più di quattro minuti, prima di seguire la tragica sorte del proiettile e infrangersi sulla superficie lunare.

Quei quattro minuti di raccolta dati potrebbero essere essere ricordati nel futuro come il vero inizio dell'avventura interplanetaria.
Perché i risultati delle analisi sono inequivocabili: appena sotto la superficie, il polo sud della luna è pieno di acqua ghiacciata.
Secondo gli scienziati della NASA, la quantità di acqua rilevata è abbondante e si potrebbe trattare addirittura di miliardi di tonnellate.

Il nostro satellite, che compie un giro intorno alla terra ogni ventotto giorni, ci mostra però sempre la stessa faccia.
L'idea popolare che l'altra faccia della luna, “the dark side of the moon,” sia sempre oscurata è però falsa.
Entrambe le facce della luna subiscono il bombardamento della luce solare tutti i giorni.
Non avendo l'atmosfera a proteggerla da sole, la luna subisce una terrificante escursione termica, passando dai -150° notturni ai +100° diurni.
L'acqua dunque non può trovarsi in superficie, poiché evaporerebbe instantaneamente al contatto con la luce solare.

Le zone più fresche della luna sono i poli, alcuni dei cui crateri sono perennemente in ombra.
Per questo è stato deciso di lanciare un proiettile all'interno del cratere di Cibeus, vicino al polo sud, perché è la zona più favorevole per andare a caccia di acqua sotterranea.
I ricercatori della NASA si sono dichiarati “estatici” alla vista delle linee spettroscopiche che confermano la presenza massiccia di acqua.
Si sospettava da tempo che ci potesse essere acqua al polo sud della luna, a causa delle grosse quantità di gas d'idrogeno che si vi ammassa, ma finora si trattava solo di speculazioni. L'idrogeno, insieme all'ossigeno, è infatti il prodotto della reazione chimica dell'elettrolisi: fornendo abbastanza energia, la molecola di H2O si separa nei suoi due costituenti, ossigeno e idrogeno, e quest'ultimo è stato osservato attorno ai poli lunari.

La scoperta dell'acqua, di grande portata scientifica, porta con sé impressionanti risvolti economici.
Per prima cosa, l'acqua è il nutrimento essenziale dell'uomo, dunque qualsiasi progetto di colonizzazione del satellite deve risolvere per prima cosa l'approvvigionamento di acqua: problema ora risolto, a quarant'anni dal primo atterraggio sulla luna.
La questione è fondamentale, se pensiamo che il costo del trasporto di un chilo di materiale dalla terra alla luna viaggia intorno al milione di dollari.

Il luogo particolare in cui è stata scoperta l'acqua è un altro fattore di enorme importanza.
Il cratere Cibeus, il cui fondo è in ombra, è circondato dai cosiddetti “picchi di luce eterna”, cioè delle montagne lunari le cui vette sono perennemente alla luce. L'amministratore delegato della X Prize Foundation, Peter Diamandis, ha suggerito che la presenza di queste vette illuminate permetterà, sfruttando macchine alimentate ad energia solare, l'estrazione intensiva dell'acqua a ciclo continuo.

Ma c'è dell'altro. Diamandis, la cui fondazione X Prize ha indetto una competizione mondiale per la realizzazione del miglior veicolo motorizzato in grado di scorrazzare sulla luna (il premio è stato consegnato la settimana scorsa), ha lanciato un monito agli agenti immobiliari:
“La proprietà più appetibile di tutto il sistema solare è il polo sud della luna!” Non si tratta di una provocazione, ma dell'inizio della corsa all'esplorazione spaziale.

Il carburante preferito dagli astronauti è infatti proprio l'acqua.
I propulsori dei razzi che spingono in orbita i nostri satelliti, infatti, utilizzano idrogeno e ossigeno che, messi in contatto, si trasformano in acqua, sprigionando l'enorme quantità di energia necessaria per sfuggire alla forza di gravità terrestre. L'idrogeno e l'ossigeno vengono ottenuti grazie all'idrolisi dell'acqua: proprio come accade al polo sud della luna, utilizzando grosse quantità di energia possiamo separare idrogeno e ossigeno a partire dall'acqua, poi immagazzinarli in serbatoi separati e infine usarli per fare andare i razzi.

Considerando che navicelle spaziali per missioni interplanetarie non possono partire dalla superficie terrestre, ma devono essere costruite e varate al di fuori della nostra atmosfera, l'ostacolo insormontabile all'esplorazione spaziale era finora rappresentato proprio dal costo spropositato del carburante spaziale, ovvero idrogeno e ossigeno.
La possibilità di usare la luce solare sui “picchi di luce eterna” sia per estrarre l'acqua che per ricavarne direttamente il carburante per i voli interstellari danno una nuova prospettiva all'incredibile scoperta della NASA.

A chi appartiene l'acqua sulla luna? Forse non tutti sanno dell'esistenza del Trattato dello Spazio Esterno, un accordo ratificato nel 1967 che proibisce l'utilizzo della luna per scopi militari e stabilisce che il territorio lunare è “proprietà comune”, allo stesso modo in cui gli oceani appartengono a tutti.
Fino ad ora, l'esplorazione della luna non ha avuto grossi incentivi di carattere commerciale, proprio per via della mancanza di acqua.
Ma dopo questa scoperta della NASA le cose cambieranno rapidamente e non è impensabile che già fra dieci anni aziende private oppure i governi di USA, Russia e Cina si contenderanno l'estrazione dell'acqua lunare, ponendo il problema della proprietà dei territori extraterrestri.

martedì 17 novembre 2009

Inneres Auge

Ogni riferimento a cose e persone è puramente casuale

sabato 14 novembre 2009

L'area scomparsa

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Le due figure sono composte dalle stesse tessere di uguale superficie, come si può constatare contando i quadrati della griglia. Due triangoli con base ed altezza identiche hanno la stessa area.
Ma spostandole.....
Ci si trova nella situazione paradossale in cui la somma di quantità uguali dà risultati differenti.

lunedì 9 novembre 2009

I Gotta Feeling - Università del Quebec

Parlamento chiuso, legifera Papi

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La Camera dei Deputati rimarrà chiusa per l'intera settimana, così com'è stato comunicato a tutti deputati dall'ufficio di presidenza.
Sembra uno scherzo, o un messaggio surreale.
È invece il dato incontrovertibile che segna quanto la nostra democrazia parlamentare sia in affanno, messa sotto scacco da una volontà politica ormai chiara più del sole. Già da tempo, sui giornali, si era infatti registrato il lento congelamento del Parlamento, lo svuotamento delle funzioni di Palazzo Madama e di Montecitorio: ma lungi dall'essere il frutto di un destino cinico e baro, o di una qualche calamità naturale, quanto accade in questi giorni è il prodotto di un disegno scientifico.

Scopo di questo disegno è concentrare tutti poteri nelle mani dell'Esecutivo, spostando il baricentro del potere dal Parlamento, così come descritto nella nostra carta costituzionale, a Palazzo Chigi, sede del governo. È questo un disegno che vede come suo inizio la famosa legge porcata di Calderoli, con la quale si è cercato non solo di svuotare di qualsiasi significato il voto elettorale, espressione genuina della sovranità popolare, ma anche, attraverso la diretta indicazione del Presidente del Consiglio sulla scheda, di modificare la costituzione materiale di questo paese in senso presidenzialista. Quanto accade in questi giorni è solo l'ennesima conferma della pericolosissima direzione, evidentemente anticostituzionale, che intende seguire l'attuale esecutivo.

Così accade che mentre il governo vede nella quotidianità della vita politica aumentare drasticamente i propri poteri, attraverso un’interpretazione espansiva delle norme che ne regolano la disciplina, la Camera chiude i battenti per dieci giorni. I numeri sono eloquenti: i deputati lavorano in media 27 ore alla settimana e, su 102 leggi approvate fino ad ora dall'inizio della legislatura, ben 87 sono di iniziativa governativa. Il che equivale a dire che il 90% delle leggi provengono dal governo. Fa impressione, inoltre, sapere che le 15 leggi approvate dal Parlamento sono il frutto di una sintesi che ha come base ben 4200 testi presentati dai deputati.

A Palazzo Madama la situazione è, se possibile, anche peggiore: dai numeri risulta infatti che un senatore lavora in media solo nove ore la settimana. Questa è la situazione ed appare evidente a tutti che un Parlamento ridotto in questo stato non serve a nessuno, essendo già di fatto nient'altro che un semplice luogo di ratifica delle proposte del governo.

La notizia dunque è questa: Montecitorio non lavora perché le scelte del governo gli impediscono di lavorare. A rendere eclatante quanto accaduto è il fatto che a denunciare la gravità della situazione sia stato lo stesso Presidente della Camera, Gianfranco Fini, autorevole membro della maggioranza. È stato infatti il cofondatore del PDL a confermare che la conferenza dei capigruppo ricomincerà a lavorare il 9 novembre con la riforma della legge di bilancio. “Mancanza di copertura finanziaria”. Questa una delle ragioni per le quali non è possibile calendarizzare in aula progetti di legge d’iniziativa parlamentare. Le commissioni sono ferme, ma non per pigrizia - precisa Fini - ma perché mancano i soldi. Quello stesso Gianfranco Fini, che all'inizio della legislatura aveva promesso che l'Assemblea avrebbe lavorato cinque giorni su sette invece dei tre della precedente, ha dato la colpa di questo stop all'esecutivo.

Teatro di questo conflitto è stato l'organo di autogoverno del Parlamento, la conferenza dei capigruppo. "Una delle ragioni per le quali non è possibile calendarizzare in aula progetti di legge d’iniziativa parlamentare - ha detto l'ex presidente di Alleanza Nazionale - deriva dal fatto che questi non possono essere licenziati dalle commissioni per mancanza di copertura finanziaria". Questo perché ai sensi dell'ultimo comma dell'articolo 81 della Costituzione, "ogni altra legge che importi nuove o maggiori spese deve indicare i mezzi per farvi fronte". Tuttavia, né la Costituzione, né altre fonti di diritto positivo, avevano in passato dettato precise norme in ordine agli strumenti e alle modalità di attuazione dell'anzidetto precetto costituzionale, che era stato di sovente disatteso, come rilevò la sentenza del 10 gennaio 1966, n. 1 della Corte Costituzionale.

La materia, invece, risulta ora espressamente disciplinata sotto il titolo di "copertura finanziaria delle leggi" dall'articolo 11 ter della legge 5 agosto 1978, n. 468. La legge prevede che la copertura avvenga esclusivamente a mezzo di: 1. utilizzo degli accantonamenti dei fondi speciali; 2. riduzione di precedenti autorizzazioni di spesa; 3. modificazioni legislative comportanti nuove o maggiori entrate. Il principio appare dunque chiaro: se non ci sono i soldi è meglio evitare di perder tempo per discutere di un intervento legislativo che comunque non potrebbe produrre alcun effetto.

Parole, quelle di Fini, indirizzate al ministro Elio Vito, responsabile dei rapporti con il Parlamento, e rimaste, a detta dei testimoni, senza nessuna risposta. Così accade nella sostanza che l'intera assemblea rimarrà ferma in un momento in cui certamente il lavoro non manca. Dopo la riforma della legge finanziaria, infatti, dal 9 novembre l'assemblea di Montecitorio discuterà la mozione Realacci sulla nave dei veleni al largo della Calabria e il disegno di legge sull'istituzione del ministero della Salute, mentre il provvedimento sulla cittadinanza gli immigrati sarà rinviato a dicembre.
Il punto però che occorre sottolineare è un altro. L'idea, cioè, di poter modificare l'ordine costituzionale del Paese senza rispettare le norme previste dalla stessa Costituzione all'articolo 138.

Accade dunque che il governo, in questo aiutato dallo strapotere mediatico del Biscione, cerchi di persuadere la pubblica opinione che l'Italia è un paese che ha bisogno di essere ristrutturato e rivisto nella sua interezza e che, per lungo tempo, è vissuto al di sopra delle proprie possibilità. La soluzione ai problemi è dunque nel rigore economico, che si traduce in un immobilismo dell'esecutivo nella gestione della spesa pubblica e nel taglio di ogni costo superfluo, che si traduce nella riforma di qualsiasi istituto che sia di ostacolo all'iniziativa del governo, e dunque alla volontà di Silvio Berlusconi.

È infatti questa la chiave di lettura attraverso la quale leggere i recenti avvenimenti. È in atto una vera e propria guerra istituzionale da quando il Presidente del Consiglio, sentendo come un oltraggio la bocciatura da parte della Corte Costituzionale del lodo Alfano, ha deciso di lanciare una vera e propria controffensiva nei confronti di tutti poteri ancora autonomi, e dunque pericolosi perché immuni dalla sua influenza: la magistratura prima, la Corte Costituzionale e il Presidente della Repubblica poi, il Parlamento adesso. Ben si comprende quindi il perché il presidente del Senato, Schifani, uomo di fiducia del premier, abbia deciso di non seguire l'iniziativa del suo collega Fini, come se il problema dell'autorevolezza del Parlamento non lo riguardasse. Quando si va in guerra, infatti, servono soldati non filosofi, bisogna quadrare le posizioni e serrare i ranghi: la fedeltà al capo non si mette in discussione neanche se ad essere sotto attacco è la credibilità della istituzione che si rappresenta. La strategia è chiara, i giochi sono fatti. In palio c'è il regime.

domenica 1 novembre 2009

GIOCHI - Sobics

1 mouse, 1 tastiera... infiniti PC

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Con il sofware Synergy è possibile condividere il mouse e la tastiera per più computer, compatibile con Windows, Macintosh e Linux.
Permette di controllare i pc connessi via TCP/IP, basta che i PC siano collegati ad una rete o ad un router.

E’ sufficiente spostarsi con la freccia sul bordo laterale per far saltare il puntatore del mouse sul computer accanto, come se fosse un tutt’uno.

Scaricate Synergy2 e installatelo su due o più computer che volete controllare.
Una volta installato aprite l’icona “Synergy” che trovate sul desktop.


Configurazione del PC server (PC1) per Windows:



-Impostare il pallino su “Share this computer’s keyboard and mouse”
-cliccate sul tasto Configure.



Nel box in alto Screen premete il tasto “+” e nel campo Screen Name immettete i nomi di rete dei vari computer da gestire.

-Nel box in basso “Links”, dovete definire i comportamenti da assumere per spostarvi da un pc all’altro.
Ad esempio se avete due pc, uno che si chiama “PC1” e l’altro “PC2”, voi nella sezione links impostate
[0] to [100]% of the [left] of [PC1] goes to [0] to [100]% of [PC2]
(cliccate poi il tasto “+”)

In questo modo diciamo al programma che se dal PC1 spostiamo la freccia sul lato sinistro dello schermo, il mouse andrà a pilotare il PC2

Ora però dobbiamo impostare il comando per il ritorno al PC1, clicchiamo quindi su New Link e immettiamo i seguenti dati:
[0] to [100]% of the [right] of [PC2] goes to [0] to [100]% of [PC1]
(cliccate sempre il tasto “+”)

-al termine della procedura possiamo fare OK e avviare il PC1 con il tasto “START”, il software si andrà a posizionare nella barretta tray in basso.

Configurazione pc Client (PC2):

-Impostare il pallino su “Use another computer” e nella casella immettete l’indirizzo IP del computer che fa da server (PC1)
-Cliccare sul pulsante START

Se avete impostato tutto regolarmente le icone nel tray assumeranno le sembianze di un fulmine giallo.
Adesso potete provare a spostarvi da un pc ad un altro con una semplicità assoluta.

Il software è GRATUITO ed è open source con i sorgenti eventualmente disponibili.

Buon divertimento