mercoledì 7 luglio 2010

Gatti

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Comparsi la prima volta accanto all'uomo quando questi incominciò a coltivare il grano ed ebbe la necessità di difendere le proprie scorte di frumento dai ratti e dai topi.
Le raffigurazioni di gatti, che fino ad oggi sono ritenute le più antiche, provengono da Hacilar in Anatolia (6000 a.C.).
Solo di poco più recente è una rappresentazione proveniente da Gerico (5000 a.C.) che raffigura alcune donne intente a giocare con dei gatti.
Intorno al 3000 a.C. ebbe inizio la loro vera, rapida carriera, l'ascesa agli onori divini.
I sacerdoti della dea Bastet dalla testa di leone avevano non pochi problemi con gli animali sacri alla loro divinità: infatti i leoni erano assolutamente inadatti ad essere addomesticati.

Una leggenda dell'antico Oriente, narra che allora il leone starnutì e, dalle sue narici saltò fuori un piccolo gatto.
I primi geroglifici in cui compaiono le parole "Gatto - Mint" e "Gatta - Miu" sono databili alla V e VI dinastia (intorno al 2300 a.C.).
Già all'inizio del Medio Regno i loro antenati erano considerati animali sacri.
Ra, il dio del Sole, era venerato sotto sembianze feline e la dea Bastet fu promossa al rango di vera e propria divinità-gatto.
Il culto del gatto conobbe il suo momento di maggior fulgore durante la XII e la XIII dinastia (intorno al 1800 a.C.).
Gli egiziani che visitavano il tempio di Bastet portavano come offerta oggetti di devozione sotto forma di piccole figure di gatto in ceramica o bronzo, inoltre seppellivano i corpi imbalsamati dei loro amatissimi gatti defunti.
Giacevamo all'interno di piccoli sarcofaghi decorati ed corredati di giochi e di cibo per il lungo viaggio nell'aldilà.
In segno di cordoglio le persone in lutto si rasavano le sopracciglia.
Erano curati dai sacerdoti del tempio e per questi era severissima la punizione nel caso fossero accusati di negligenza nei confronti dei gatti sacri.
Per un Egiziano facoltoso possedere un gatto era una sorta di <>.
La loro esportazione era severamente vietata.

In Cina , all'epoca del Regno di Mezzo, compare il gatto sacro "Mao" che insieme a "Hu", la tigre sacra, difendeva le culture di grano dell'antica Cina.
Ma nel VI secolo cominciò a svilupparsi un culto molto contraddittorio: Mao venne sostituito da Miao-Kuai, gatto demoniaco il cui compito era quello di risvegliare i morti.

In Giappone, con la dottrina buddista, si trovò d'un tratto a godere di un'enorme considerazione.
Ma 200 anni dopo la figura del gatto divenne "Nekomata", il demonio che nella notte trasforma la propria coda in serpente, per questo tutti i "demoni" ebbero la coda mozzata!
Solo nel 1602 furono completamente riabilitati.

In Europa i suoi antenati hanno dovuto sopportare con pazienza una storia piena di contraddizioni, facendoli rimanere per questo tra l'inferno e il paradiso.

Presso i Greci e nel mondo latino, diventarono popolari solo alla fine del I secolo d.C.
Si diffonderono nell'Europa centrale al seguito delle guarnigioni romane. Inizialmente erano considerati dei giocattoli poi intorno al 350 d.C. trovarono impiego nei vigneti e nei campi di carciofi contro le arvicole e le talpe.

In Arabia, in Inghilterra e in Svizzera per l'uccisione di un gatto si doveva pagare un'ammenda, i gatti bianchi avevano fama di possedere una certa dose di forza magica (in Finlandia, ancora oggi, i gatti bianchi vengono trattati con particolare riguardo).
Nel 936 da Howell il Buono, principe del Galles meridionale, venne emanata la prima legge in difesa degli animali domestici.
A quei tempi dovevamo essere custoditi con cura e per essere un bravo cacciatore dovevamo avere: <>.
Nel 590 salì al soglio pontificio un grande amico dei gatti, Gregorio I Magno, la leggenda ci tramanda che egli fosse solito portare nascosto nelle ampie maniche del suo abito un gattino e fu proprio lui a consentire che i gatti potessero essere tenuti come unico animale domestico nei monasteri.
Ma nel Medioevo si era alla ricerca di immagini inquietanti e demoniache e anche i gatti si ritrovarono sotto il tiro del potere pontificio.
Furono torturati, messi al rogo e considerati strumenti del demonio.
Fu solo dopo la Guerra dei Trent'anni che cessarono le persecuzioni più gravi.
Non furono né amati né odiati e diventammo animali domestici semiliberi e "senza valore".
Un certo alone soprannaturale è rimasto addosso anche oggi, sotto forma, più che altro, di superstizione.
Con l'inizio del XIX siamo stati muse ispiratrici per artisti e scrittori.
Così, da pazienti animali legati alla casa, diventammo dei veri e propri compagni con il quale l'uomo condivide i propri sentimenti.

giovedì 17 giugno 2010

Creare un programma Portable.

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Con l'avvento delle chiavette USB con tagli superiori agli 4Gb si è aperto un nuovo mondo..la portabilità di tutti gli applicativi.
All'inizio sfruttando il boot/Bios adoperavo una chiavetta autoavviante con al suo interno UBCD per manutentare sistemi quasi irrecuperabili, ma ora sfruttando gli archivi di Portable Apps QUI mi sono scaricato gli applicativi che mi porto dietro.
Facendo qualche prova ho poi visto che gli stessi sono piu veloci anche sul pc di casa...ergo....non installo piu'.
Mi creo una DIR ci metto dentro l'applicazione, la uso, mi stanco....cancello la DIr..fatto
Cosi ottengo che i miei registri da smanettone non sono piu inquinati come una volta !
Arriviamo al dunque...e se l'applicazione che cerco non esiste portable? Che faccio? Me la costruisco.
Scarico VMware ThinApp dalla sua home o col torrent... lo installo.

Per rendere il software portatile e poterlo cosi copiare su una chiavetta USB, ThinApp deve fare un istantanea del vostro sistema operativo e dei software installati sul PC prima dell’installazione del programma che si vuol convertire.

Se il programma è già installato sul vostro PC, dovete disinstallarlo e riavviare il PC.

Avviate il programma ThinApp Setup Capture.

Cliccate su Next.

ThinApp analizzerà lo stato attuale del vostro PC e dei software installati.
Aspettate che finisca.

Terminato il prescan, non chiudete ThinApp ma minimizzate la finestra nella barra delle applicazioni attive.

Installate ora il software che volete rendere portatile.

L’istallazione del software finita, riaprite la finestra ThinAPP e cliccate il pulsante Next. ThinApp analizzerà una seconda volta (Postscan) il sistema per capire cosa è cambiato dall’ultima volta.

Ora ThinApp sa quali files e dati ha bisogno il software da convertire per funzionare anche senza essere installato.

Spuntate le caselle davanti ai software che volete convertire.
Next

Selezionate ora l’opzione USB Flash / portable media e cliccate Next.
Lasciate Merged isolation mode.. NEXT

A questo punto cambiate il percorso della cartella “Project location” suggerita da ThinApp e dirgli di salvare il tutto in una cartella che volete voi.

Per fare questo cliccate sul pulsante “Browse” e salvate il nuovo percorso.
Questo per evitare percorsi e nomi di cartelle e/o di files, troppo lunghi con conseguente errore in fase di compilazione successiva.

I files necessari al funzionamento del software sono ora raggruppati e compilati in una cartella.

Lasciate lavorare ThinApp. Ci vorrà un pò di tempo, a volte anche parecchi minuti.

Una volta che avrà terminato, cliccate Build Now.

Ora ThinApp compilerà i dati in un unico eseguibile, contenente tutti i file del software necessario al funzionamento della versione portabile.

ll software ora è pronto per l’uso. Non resta che metterlo o su una chiavetta USB o in una cartella del vostro disco fisso.
Buon divertimento

lunedì 24 maggio 2010

IKAROS la Vela Solare

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Cosa sono le vele Solari ?
Si tratta dell’idea di poter viaggiare nello spazio per mezzo di una vela che viene spinta dalla pressione della luce solare.
L’idea non è del tutto nuova: è dal 1920 che si sogna di poter navigare nello spazio con una vela, evitando di portarsi in giro pesanti taniche di carburante.
L’idea originale del vento solare è stata in seguito sostituita dalla pressione di radiazione dei fotoni che compongono la luce del Sole.
Quando un fotone colpisce la superficie della vela, vi trasferisce il suo momento, spingendo la navetta.
Questa spinta è di per se molto molto piccola, ma grazie alla totale assenza di attrito nello spazio una navetta a propulsione solare può raggiungere velocità fino a 10 volte superiori di quella ottenuta dalla normale propulsione chimica.

IKAROS (Interplanetary Kite-craft Accelerated by Radiation Of the Sun), degno del nome da sognatore che porta, è partito il 21 Maggio alle 6:58 a.m. ora locale dal Tanegashima Space Center, nella prefettura di Kagoshima.
Il progetto, dell’agenzia aerospaziale JAXA (Japan Aerospace eXploration Agency) è cominciato bene, e il giorno dopo sono cominciate le comunicazioni ed è stato confermato che tutto funziona a dovere.
La navicella di circa 307 kg di peso, si è separata dal razzo di lancio H-IIA e ha cominciato a roteare su se stessa, preparandosi per spiegare le vele di 14 metri di diametro.
Questo processo è ovviamente la parte più importante e cruciale della missione, e occuperà diverse settimane di lavoro.
La vela, costituita da uno strato sottilissimo (spesso solo 0.0075 millimetri!) di poliamide, contiene anche una pellicola di celle solari, rendendo così la navetta Ikaros ibrida a tutti gli effetti: alla spinta della luce solare può aggiungere anche l’energia elettrica ottentuta dalle fotocellule.
Il progetto si prefigge fondamentalmente di testare questa tecnologia, monitornando costantemente le condizioni di Ikaros e delle sue vele, e vedere, in base alla distanza dal Sole, quanta potenza viene generata e quanta invece viene consumata. L’intero processo di spiegamento delle vele viene documentato da numerose telecamere di bordo.
Ikaros non è quindi che un prototipo, ma il suo successo sarà molto importante per dare vita al suo fratello maggiore: una navetta equipaggiata con vele di 50 metri di diametro, che sarà lanciata nel 2020 alla volta del pianeta Giove.
Ikaros, al contrario, raggiungerà “solo” Venere.

Il sito del JAXA è sempre aggiornato e le prime immagini della missione non tarderanno ad arrivare!

Feels Like A Prayer

Fader

domenica 25 aprile 2010

USB con Linux e Windows

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Dopo aver provato quasi tutte le distribuzioni Linux sotto Windows/Seven VMware 7 ho deciso di tenerne 3 le migliori.
Suse, Linux Mint e UBUNTU.
Da qui ho fatto una multitudine di prove con vari software sia sotto Linux che sotto Windows per usare una chiavetta USB come Sistema Operativo.
Sembrava che il miglior software fosse imagewriter sotto Linux per creare il mio sistema portatile solo che mi bloccava l'aggiornamento, praticamente andava tutto bene finchè non aggiornavo il tutto e da li errori e blocchi.
Sono cosi passato Linux Live USB Creator
Questo programmino aiutato da una interfaccia semplicissima in 10 minuti mi ha risolto tutti i problemi occupandosi di tutte le procedure.
Dopo vari test di avvio e riavvio il tutto era stabilizzato.
Chiavetta 16 Giga
Installazione Linux Mint 8 ...... con 4 Giga di spazio "persistente" dove poter mettere qualsiasi cosa.
Ma non è finita qui ...
Dato che fra le opzioni c'era anche la possibilità di eseguire Linux direttamente da un sistema Windows grazie ad uno speciale Portable VirtualBox ho messo anche quello
e provato funzionava alla meraviglia.
Ora avevo Linux Mint in avvio da USB e da dentro Windows Linux Mint in virtuale !!!
Ma l'appetito vien mangiando ...
Guardando dentro la chiavetta i files Linux da default sono nascosti (opzione)
e vedevo solo la dir Virtualbox con dentro la virtualizzazione di Linux, e se ci metessi anche XP ?
Ho provato ma la chiavetta si è bloccata nella creazione del disco ... niente paura
mi sono scaricato VirtualBox 3.1.4 Italiano Win Portable USB e seguendo le istruzioni ho installato Virtualbox Portable sul mio PC e da li ho virtualizzato una copia di Windows XP.
Provata e testata ....... tutto OK.
Ora mi son detto dato che il software è portatile ... e avendo dato 4 Giga a XP mi stava anche lui sulla chiavetta.
Cosi ho strutturato la chiavetta ...
Linux Mint Live 8 ...... circa 4 Giga nascosti.
Ho creato una Cartella chiamata Virtual Linux e li ci ho messo i files creati automaticamente da LiLi USB Creator con la virtualizzazione di Mint.
Ho creato una Cartella chiamata Virtual Windows e li ho copiato i files creati sul mio pc virtualizzando XP.
Infine un'altra dir Portable Windows dove ci ho ficcato tutti i programmi portatili che mi occorrono.
Infine, dopo l'avvio in modalità USB, di Linux Mint 8 ho installato anche al suo interno Virtualbox e da li ho virtualizzato ancora XP Pro.
Ora la filiera è conpleta.
Linux e Windows tutto da USB.
Sono felice ....

Hey Soul Sister

domenica 18 aprile 2010

Berlusconi

GIOCHI - Tris

GIOCHI - Equilibrio

Coro virtuale



Il compositore statunitense Eric Whitacre ha creato, con Lux aurumque, la prima grande opera musicale virtuale. Il risultato è sorprendente.
Whitacre ha consegnato lo spartito ai membri del coro attraverso Facebook. A ogni corista Whitacre ha chiesto di registrare un video con la web cam in cui interpreta il brano commissionato. Tutti i contributi dei 185 coristi sono stati poi montati in un unico video.

giovedì 11 marzo 2010

New Zealand



A ka mate, ka mate
Ka ora, ka ora
Ka mate, ka mate
Ka ora, ka ora
Tenei te tahgata puhuruhuru
Nana i tiki mai whakawhiti te re
A hupane, a kaupane
Whiti te rea, hi !

venerdì 5 marzo 2010

Guerre Laser

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Questa “nuova” tipologia di oggetto offensivo è quella di colpire il bersaglio con un treno di impulsi elettromagnetici sufficientemente potente da generare un’onda d’urto dalla superficie, per evaporazione ed espansione della stessa.
Questa tipologia di arma rientra nella più vasta categoria delle DEW (Directed-Energy Weapons), in cui l’energia è trasferita al bersaglio senza l’uso di un proiettile.
Una prima applicazione, è quella che viene usata come “blinding weapon”: una potenza molto ridotta del laser può portare i soggetti esposti anche alla perdita della vista permanente.
Non bisogna pensare però al classico flash abbagliante: in questo caso si parla di un’arma in cui il fascio laser è collimato direttamente nell’occhio del bersaglio.
Il dipartimento della difesa USA ha recentemente montato con successo una torretta rotante laser sul muso di un Boeing 747.
Nel frattempo Northrop Grumman a L.A. ha messo a punto un laser che oltre ad avere una potenza sufficiente a distruggere un aereoplano è anche di dimensioni tali da poter essere montata su un mezzo volante.
Non è una questione banale: il maggior problema nel dotare un aereo di questi giganteschi laser è chiaramente lo spropositato consumo energetico e, di conseguenza, la necessità di speciali sistemi non solo di alimentazione, ma anche di raffreddamento.
Si è ricorso quindi a superconduttori, ad alimentazioni con energia nucleare, a particolari reazioni chimiche, rendendo, come è facile immaginare, questo tipo di arma molto difficile da implementare.
L’ambiente circostante può però influenzare criticamente il funzionamento di queste armi: un serio problema è infatti un effetto chiamato “blooming”, per il quale il laser, per effetto dell’atmosfera, si defocalizza e si disperde, tanto più se attraversa zone nebbiose o fumose, perdendo quindi di efficacia.
I laser poi sono anche suscettibili di assorbimento da parte di qualunque agente atmosferico si frapponga tra l’arma e il bersaglio, causando perdite di potenza anche piuttosto significative.
Per risolvere il problema la difesa americana sta lavorando ad armi contro gli agenti atmosferici stessi, in grado di aprire letteralmente la strada all'arma.
L’utilizzo di una certa arma piuttosto che di un’altra non solo costringe il “difensore” ad escogitare nuove tecniche di difesa, ma inevitabilmente va a modificarne il modo di pensare.
Un esempio molto banale è questo: un missile ha una traiettoria “prevedibile”, un tempo di volo finito e, non ultimo, una consistenza fisica; ovvero, un missile è intercettabile.
Ma come cambierà questo discorso quando l’attacco nemico avrà, a fronte di una traiettoria assolutamente rettilinea, una velocità pari a quella della luce e sarà privo di massa ...

martedì 2 marzo 2010

Windows 7 Modalità Dio

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Create una nuova cartella
Assegnatele ora il seguente nome:

GodMode.{ED7BA470-8E54-465E-825C-99712043E01C}

Come facilmente intuibile, il trucco funziona ugualmente anche sostituendo alla stringa GodMode un nome a piacere: l'importante è conservare il punto, le parentesi graffe e l'esatto codice alfanumerico.

Una volta confermato, la cartella assumerà l'icona del Pannello di Controllo. Aprendola, ritroveremo tutte le applet, per un totale di 274 voci su cui potremo intervenire per modificare il sistema.

sabato 13 febbraio 2010

Come vedere il 6 Nazioni 2010

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Scaricate e Avviate UltraSurf 9.5
Avviate Mozilla Firefox /strumenti/opzioni/rete
settate tutti i proxy
127.0.0.1
porta 9666
Andate sul sito www.ilemi.com
Cliccate sull'evento.
Sono presenti quasi tutti gli eventi sportivi LIVE e
qualche volta funziona senza proxy.
Buono anche http://livetv.ru/it con i relativi client senza proxy salvo Justin.tv
OK anche www.vexcast.com con IExplorer senza proxy, solo con active X attivato
Buona visione

giovedì 11 febbraio 2010

Sfigati !

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John Lyne
Detto "Calamity John", è considerato il più sfigato cittadino di Sua Maestà Britannica.
Nella sua vita è rimasto coinvolto in 16 sciagure, tra cui un disastro minerario e 3 catastrofici incidenti stradali.
E' stato anche preso in pieno da un fulmine.
Da bambino cade da cavallo e, mentre rotola, un furgone consegne lo investe.
Da teenager cade da un albero e si rompe un braccio.
Di ritorno dall'ospedale, il suo autobus fa un incidente e lui si frattura lo stesso braccio, in un altro punto.
Ovviamente tutto questo gli capita un venerdì 13.

Il maggiore Summerford
Nel 1918, mentre sta combattendo nelle Fiandre, un fulmine lo sbalza da cavallo e lui rimane paralizzato dalla cintola in giù.
Si trasferisce a Vancouver e nel 1924, mentre sta pescando, un altro fulmine colpisce l'albero sotto il quale è seduto e gli paralizza il lato destro del corpo.
Si rimette nel giro di due anni e gli viene permesso di fare passeggiate nel parco. E' proprio durante una di queste che - nel 1930 - l'ennesimo fulmine lo colpisce, rendendolo definitivamente paralitico.
Muore nel 1932, ma non è finita.
Quattro anni dopo, un fulmine cade nel cimitero dove è sepolto, distruggendo una sola tomba: la sua.

Henry Ziegland
Nel 1883 molla una ragazza che, disperata, si suicida.
Il di lei fratello decide di vendicarla e spara a Henry.
Credendo di averlo ammazzato, volge la pistola verso se stesso e si spara.
Ma Ziegland è vivo, perché la pallottola l'ha solo preso di striscio in faccia e si è conficcata nell'albero del suo giardino.
Alcuni anni dopo, decide di abbattere la pianta, che è cresciuta troppo.
Per fare più in fretta, decide di farla saltare in aria con la dinamite.
L'esplosione fa partire la pallottola conficcata, che prende Henry in testa e lo ammazza.

sabato 30 gennaio 2010

Né umile Né arrogante

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Alla fine del periodo autunnale, Dipietrinus, primo ministro dello Stato di Itadeivalor, possedeva non solo talento politico ma anche diplomatico.
Una volta, su ordine del re, andò in missione nel potente Stato di Italietta. Sapendo che Dipietrinus era piccolo di statura e di aspetto spiacevole, il re di Italietta Bercoyon ordinò di aprire una porticina accanto alla porta d'ingresso della capitale. Un ministro di Italietta disse quindi a Dipietrinus: "Vi prego di entrare!" Infuriato, Dipietrinus pensò: "Sono il primo ministro dello Stato di Itadeivalor, il mio omologo di Italietta non è venuto a ricevermi ed ora vogliono anche farmi entrare da questa porticina, il che non solo è un'umiliazione alla mia persona, ma danneggia anche la dignità del Paese. Non posso permetterglielo, quindi devo dare loro una lezione!" Per cui disse: "Questa è una porta per cani, non per esseri umani. Se fossi andato in missione nel Paese dei cani, dovrei entrare da questa porta, ma sono venuto nello Stato di Italietta, che non è un Paese di cani, quindi non devo entrare di qui!" Udito ciò, il ministro di Italietta arrossì e volle insultarlo ma, temendo di perdere la reputazione, se ne andò solo a riferire la cosa a Bercoyon. Quest'ultimo si indignò molto, senza tuttavia sapere cosa fare. Così Dipietrinus entrò nella capitale di Italietta dalla porta grande, ottenendo la prima vittoria. Dipietrinus, secondo il protocollo, incontrò il re di Italietta. Costui lo squadrò maliziosamente dalla testa ai piedi e disse: "Lo Stato di Itadeivalor non ha più persone? Perché ha inviato un nano in missione?" Dipietrinus rispose tranquillamente: "Nello Stato di Itadeivalor la sola Patavium conta 7 mila famiglie: se tutti sollevano le maniche, queste paiono una coltre di nuvole e se tutti sudano, il sudore pare pioggia. Per le strade la gente cammina fianco a fianco e quelli di dietro calpestano i calcagni di quelli davanti. Secondo voi, è ragionevole dire che non c'è gente a Itadeivalor?" Il re di Italietta chiese: "Allora perché hanno inviato solo te?" Dipietrinus rispose velocemente: "Il nostro Stato manda inviati secondo le loro capacità. I ministri saggi vengono inviati in Paesi che hanno re saggi e quelli stupidi in quelli che hanno re sciocchi. Visto che sono il più stupido del nostro Stato, il nostro re ha inviato me in missione a Italietta." Il re di Italietta spalancò gli occhi per la furia, visto che si era dato la zappa sui piedi.
Negli scambi tra i due Paesi, non uccidere gli inviati era un accordo bilaterale, altrimenti il re avrebbe fatto decapitare Dipietrinus. Di seguito il re ordinò ai servi di portare del cibo grossolano per accoglierlo. Nel corso del pranzo, un funzionario portò due criminali. Il re chiese volutamente: "Che crimine hanno commesso?" Il funzionario rispose: "Sono cittadini di Itadeivalor che hanno rubato. Maestà, come dobbiamo punirli?" Guardando Dipietrinus, il re chiese maliziosamente: "La gente di Itadeivalor è dunque ladra per natura?
" Posando il cucchiaio e lasciato il suo posto, Dipietrinus disse: "Ho sentito dire che per le arance che crescono a sud del Fiume Adigiun si chiamano Adi e quelle che crescono a nord Giun, perché le situazioni geografiche sono diverse. Non mi risulta che questi due cittadini di Itadeivalor abbiano mai rubato a Itadeivalor, lo hanno fatto solo dopo essere venuti nello Stato di Italietta, quindi non potrebbe essere stata la situazione geografica di Italietta a indurli a rubare?" Il re rimase senza parole. Così Dipietrinus vinse il 3 round del confronto.
Dalla storia emerge che col suo atteggiamento né umile né arrogante e grazie alla sua intelligenza Dipietrinus mantenne la dignità sua e della patria.

martedì 19 gennaio 2010

LEO "Smoky”



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Un cane eroico, forte e tenerissimo allo stesso tempo: la casa va a fuoco e lui rischia la vita per portare in salvo un’indifesa cucciolata di gattini. Stremato, viene rianimato con l’ossigeno dai pompieri.
Sembra una storia uscita dal libro Cuore. E’ avvenuta a Sydney, in Australia. Il protagonista si chiama Leo, è un cane di razza terrier. Mentre faceva la guardia a dei gattini, in casa, è scoppiato un incendio. Lungi dal fuggire, il cane – nonostante il fumo asfissiante – è riuscito a prendere i gattini ad uno ad uno e portarli fuori, in salvo. Ogni volta rientrare in casa significava poter non riuscire. E invece ce l’ha fatta, anche se dopo l’ultimo salvataggio ha perso i sensi, e ci hanno pensato i pompieri a rianimarlo con maschera di ossigeno e massaggio cardiaco.

domenica 17 gennaio 2010

Fino a quando, Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?

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Fino a quando, Berlusconi, intendi dunque abusare della nostra pazienza?
Per quanto tempo ancora questo tuo comportamento fazioso si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà la tua illimitata sfrontatezza?
Non ti turbano, l’angoscia del popolo, l’accorrere di tutti i cittadini onesti, e neppure la scelta di questa sede, così difesa, per le riunioni del Senato, né l’espressione del volto di costoro?
Non ti accorgi che i tuoi progetti sono stati scoperti?
Non ti rendi conto che il tuo complotto è ostacolato dal fatto che tutti qui ne sono a conoscenza?
Credi forse che qualcuno di noi ignori che cosa hai fatto la notte scorsa e quella precedente, dove sei stato, quali congiurati hai convocato e quali decisioni hai preso?
O tempora! O mores!
Il Senato è al corrente di questi progetti, il presidente ne è consapevole: eppure costui continua a vivere.
A vivere? Non solo, ma addirittura viene in Senato, gli si permette di prendere parte alle decisioni di interesse comune, osserva ciascuno di noi e con un’occhiata gli assegna un destino.
Quanto a noi, uomini di grande coraggio, siamo convinti di fare abbastanza per lo stato vanificando i furiosi tentativi di quest’uomo.
In Italia, allo sbocco delle valli padane, vi è un esercito schierato contro il popolo italiano; il numero dei nemici cresce di giorno in giorno; il comandante, la guida di tale esercito, lo potete vedere in città, e persino in Senato, ordire giorno dopo giorno le sue trame contro la repubblica.
Se ora dessi ordine di catturarti, Berlusconi, sono convinto che tutti i cittadini onesti direbbero che l’ho fatto troppo tardi, e non che ho agito con eccessiva crudeltà.
Ma io per una ben precisa ragione sono portato a credere che sia bene non fare ancora ciò che si sarebbe dovuto fare già in precedenza.
Alla fine sarai comunque sconfitto, quando ormai non si troverà più nessuno tanto ingiusto, tanto corrotto, tanto simile a te, da non riconoscere apertamente che ho agito secondo la legge.
Finché ci sarà uno solo che oserà difenderti vivrai, ma vivrai così come stai vivendo ora, assediato, in modo che tu non possa ordire trame contro lo stato.
Molti occhi e molte orecchie ti osserveranno e ti ascolteranno, senza che tu te ne accorga, come hanno fatto finora.
E dunque, Berlusconi, che motivo c’è per attendere ancora, se nemmeno la notte riesce a nascondere con le tenebre i tuoi incontri scellerati, se neppure le pareti di una casa privata bastano a coprire le voci del tuo ordire, se tutto è chiaro, se tutto viene alla luce?
Dammi ascolto, cambia il tuo proposito.
Che ciascuno sia trattato dalla sorte così come si rende meritevole verso la Repubblica.

mercoledì 6 gennaio 2010

La calamita di Pirate Bay

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The Pirate Bay ha messo fine alla sua controversa esistenza.
Il tracker del famoso sito di torrent è stato disattivato, togliendo agli utenti i server attraverso cui connettersi ai peer e condividere i file.
Il fatto non è però da interpretare come una resa, la Baia rimane in vita, solo cambierà sistema.
Infatti il team responsabile del sito ha deciso di abbandonare il classico sistema dei torrent: fino ad oggi era necessario scaricare un apposito file che "guidava" il client verso i peer da cui scaricare, una specie di bussola per orientare il software tra gli sterminati contenuti della rete P2P.
The Pirate Bay ora si affida al sistema dei Magnet Link che, direttamente dal browser, indicano al client il file desiderato e il donwload può incominciare.
Il tracker non è necessario per sfruttare i Magnet Link, che si affidano invece a due nuove risorse per localizzare file e peer: la Distributed Hash Table e il Peer Exchange (PEX).
Entrambi i componenti sono decentralizzati, ossia non necessitano di server su cui funzionare.
É questa la caratteristica più importante del nuovo sistema: il suo essere serverless.
Il fatto è importante per due motivi.
Il primo è che senza server The Pirate Bay non potrà più essere oggetto di cause legali, diventando solo un motore di ricerca per la rete BitTorrent.
Il secondo riguarda la salvaguardia degli utenti che scaricano: senza un tracker da cui far partire le indagini, infatti, è molto più difficile colpire gli utilizzatori.
La Baia non si ferma, quindi, ma evolve e cerca di convincere anche gli altri portali BitTorrent a seguire il suo esempio.
Se ciò dovesse avvenire sarebbe l'inizio di una vera e propria rivoluzione nel mondo P2P, una rivoluzione che renderebbe la rete BitTorrent più forte e al riparo da eventuali attacchi legali.

GIOCHI - Passa col mouse

Woody Allen

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Pareva che il mondo fosse diviso fra gente buona e gente cattiva.
I buoni dormivano meglio...mentre pareva che i cattivi si godessero molto di piu'
le ore di veglia.

martedì 5 gennaio 2010

Ciò che ho scritto di noi

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Ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
è la mia nostalgia
cresciuta sul ramo inaccessibile
è la mia sete
tirata su dal pozzo dei miei sogni
è il disegno
tracciato su un raggio di sole

ciò che ho scritto di noi è tutta verità
è la tua grazia
cesta colma di frutti rovesciata sull'erba
è la tua assenza
quando divento l'ultima luce all'ultimo angolo della via
è la mia gelosia
quando corro di notte fra i treni con gli occhi bendati
è la mia felicità
fiume soleggiato che irrompe sulle dighe

ciò che ho scritto di noi è tutta una bugia
ciò che ho scritto di noi è tutta verità.

lunedì 4 gennaio 2010

Analfabeti o quasi

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Internet, videofonini, digitale terreste e satellitare: viviamo ormai nella società della comunicazione totalizzante.
Nessuno può dire più di non essere informato o di non poter partecipare anch’egli al mondo della divulgazione attraverso Youtube o altri pirotecnici mezzi mediatici. Ovviamente ciò è valido solo nella parte dove la tecnologia esiste ed è fruibile come bene prevalentemente superfluo, avendo già risolto problemi come la fame, la sete, l’igiene e la difesa dagli agenti atmosferici.

Premesso questo, pare quasi scontato che nel nostro Paese, vista la grande diffusione d’innumerevoli metodi di divulgazione, dalle apparecchiature elettroniche più sofisticate alle ormai primitive carta e penna, ciascun individuo possa parlare, ascoltare, leggere e comprendere notizie e dati resi dagli altri.
Se crediamo questo, incappiamo in un grave errore, perché se facciamo i conti con le competenze base degli italiani, si scopre che una parte considerevole degli abitanti della Penisola è completamente analfabeta, il 6%.

Circa il 20% saprà anche scrivere o leggere, ma ciò non è sufficiente affinché esso possa comprendere un testo o sappia riprodurre per iscritto il suo pensiero.
Questo elemento non dovrebbe apparire sorprendente se circa il 36% possiede solo un titolo di licenza elementare o neppure quello, e se il tasso dei laureati non arriva al 11%.
Le colpe e le origini di questo dramma culturale e umano sono molteplici e ricche di significato antropologico: dall’uso distorto delle forme lessicali negli sms o nelle rapide risposte delle chat, fino all’eccessivo impiego di formule derivanti dall’inglese o da qualsiasi altra variante linguistica.

Ecco quindi come, non solo l’italiano cambia pelle, ma gli italiani in generale perdono l’uso della propria lingua sia nel lessico, sia nelle costruzioni verbali.
Di fronte quindi all’ardore orgoglioso dei dialetti come forma di cultura locale, l’idioma nazionale è vittima di un analfabetismo funzionale dalle proporzioni impressionanti.

Tutto questo apparato si va a sommare alla già consistente presenza sul suolo nazionale di numerose comunità straniere, che coltivano i propri idiomi, ma si trovano nella quotidianità ad approcciarsi con un mondo linguistico senza regole e dove l’incomunicabilità divampa oltre qualsiasi confine.
In queste condizioni sembrerebbe quindi ipocrita e inutile richiedere un esame di lingua, storia e cultura nazionale agli stranieri, per ottenere la cittadinanza, quando la stragrande maggioranza degli italiani sono privi di una solida base d’identità comune in fatto di comunicazione.

Per chi ha i capelli grigi, forse tornano alla mente le lezioni del maestro Alberto Manzi e del suo “Non è mai troppo tardi” che, in una televisione in bianco e nero, insegnava ad adulti senza preparazione scolastica, i rudimenti di educazione sociale attraverso la lingua.
In un Paese, come l’Italia, che è regredito culturalmente sotto ogni punto di vista, tale esperimento tornerebbe d’attualità, in barba a tutta quella serie di pantomime pseudo culturali, più vicine a un ciarpame mediatico, che a vera diffusione del sapere.

domenica 3 gennaio 2010

Il lodo De Magistris

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La proposta di fondo è questa: garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze.
Non c'è trucco e non c'è inganno: solo il bisogno di ritornare ad essere una nazione democratica e civile.
Un volo di Stato -sembra gli piacciano tanto- con annesso Apicella e magari una graziosa signorina.
Destinazione? Consigliamo le isole Cayman, che risultano affini persino ad uno dei tanti soprannomi che si è conquistato con anni di (dis) onorevole carriera: il caimano.
Sarebbe per lui un modo per ritrovare, magari, anche qualche vecchio capitale messo in salvo all'estero.
E se si annoia? Qualche cavallo e stalliere di fiducia li potrebbe trovare anche lì. Ci permettiamo di suggerire una sola accortezza: che non si chiamino Vittorio e non frequentino Marcello.
Il rischio infatti è che anche alle Cayman la storia si ripeta: coppole e appalti nelle isole esotiche sarebbero indigeribili.
Carta e tv liberate potranno riprendere a fare il loro dovere: informare sui fatti, gli stessi che da anni cerca di occultare perseguitando i giornalisti anche se pongono solo domande, cioè fanno il loro mestiere, ovviamente quelli che sopravvivono all'infezione dell' autocensura preventiva.
Il Parlamento tornerebbe al proprio compito perché svincolato dalla sua agenda giudiziaria che oggi detta i temi, anzi il tema alle istituzioni: le necessità giudiziarie del fuggitivo da garantire prima di quelle degli italiani.
La magistratura non più costretta agli assaliti quotidiani potrebbe dedicarsi senza timore alla missione che le spetta e le mafie non si sentirebbero più di poter spadroneggiare indisturbate.
Per le casse dello Stato il guadagno sarebbe altissimo, per non parlare di quello dell'etica pubblica.
Finito l'inquinamento di tutti gli ambiti economici e mediatici, il mercato finalmente alleggerito dalla cappa del suo conflitto di interessi, forse riprenderebbe a girare normalmente.
E le somme ritrovate, anche con una lotta all'evasione certa, potrebbero essere investite nella formazione e nell'istruzione: una sorta di 8 per mille dell'antibelusconismo.
Ma soprattutto noi non sentiremo più quel mantra che riecheggia dai contesti internazionali alle riunioni riservate e che vuole comunisti, bandiere rosse, manette impazzite accanirsi contro un solo uomo.
Finalmente in questa patria liberata non ci saranno più scudi fiscali e lodi ad personam, decreti razzisti e leggi fondamentaliste, emendamenti che ridanno alle mafie ciò che lo Stato ha tolto loro.
E noi? Noi semplicemente torneremo ad essere un paese normale, degno dell'Europa e della civiltà democratica.
Fantascienza? Forse. Sicuramente la stessa a cui ci ha abituati con le sue dichiarazioni e le sue azioni politiche surreali: diciamo degne di un altro pianeta, se esiste.

LUIGI DE MAGISTRIS