sabato 13 giugno 2009
PAPI da Obama.
Incontro delicato quello di lunedì prossimo fra Berlusconi e Obama.
Al punto che ieri pomeriggio Palazzo Chigi ha convocato una sorta di briefing per spiegare che quanto affermato dal leader libico Muammar Gheddafi, «non muta l’agenda dell’incontro».
Nessun chiarimento in più, quindi, sarebbe dovuto all’amministrazione americana per l’accoglienza tributata al leader di Tripoli che gli americani continuano a trattare con le molle e che tante polemiche sta sollevando anche in Italia.
Una visita che per palazzo Chigi non giustifica la necessità di un chiarimento a tu per tu tra Obama e Berlusconi.
Eppure la nuova amministrazione americana continua ad avere nei confronti dell’intraprendente politica estera del nostro Paese qualche perplessità e non solo per il rapporto che l’Italia ha con un Colonnello-dittatore che ieri l’altro ha posto sullo stesso piano gli Stati Uniti e Osama Bin Laden.
Ovviamente l’accordo rivelato tempo fa da Tripoli, e poi smentito da Roma, sul non utilizzo di basi Nato in caso di attacco alla Libia, non deve aver contribuito a rendere più limpido il confronto con lo staff del nuovo presidente Usa. Così come ancora in sospeso è la vicenda degli elicotteri Finmeccanica ordinati da Bush e di cui Obama farebbe volentieri a meno. Se poi il rapporto con la Libia rientra nella più complessa partita medio orientale, rischia di riproporsi il nodo del rapporto molto stretto dell’Italia-berlusconiana con Israele e il suo primo ministro Benjamin Netanyahu, che tra qualche giorno sarà in Italia, prima tappa di un tour europeo
Un rapporto che a Washington si vede molto legato alla linea del predecessore di Obama e che ora spinge la Casa Bianca a riservare all’ospite italiano un incontro di un’ora e un caffè.
La visita alla National Gallery, gli onori che Berlusconi tributerà nella mattinata di lunedì ai caduti della guerra di secessione visitando il Cimitero nazionale di Arlington e la cena con la speaker del congresso Nancy Pelosi, completano la missione americana di Berlusconi
Un’accoglienza anni luce lontana da quella riservata da Bush a Berlusconi e che difficilmente si spiega solo con «il pragmatismo della nuova amministrazione», come ieri si sosteneva a palazzo Chigi...
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