domenica 17 gennaio 2010
Fino a quando, Berlusconi, abuserai della nostra pazienza?
Fino a quando, Berlusconi, intendi dunque abusare della nostra pazienza?
Per quanto tempo ancora questo tuo comportamento fazioso si prenderà gioco di noi? Fino a che punto si spingerà la tua illimitata sfrontatezza?
Non ti turbano, l’angoscia del popolo, l’accorrere di tutti i cittadini onesti, e neppure la scelta di questa sede, così difesa, per le riunioni del Senato, né l’espressione del volto di costoro?
Non ti accorgi che i tuoi progetti sono stati scoperti?
Non ti rendi conto che il tuo complotto è ostacolato dal fatto che tutti qui ne sono a conoscenza?
Credi forse che qualcuno di noi ignori che cosa hai fatto la notte scorsa e quella precedente, dove sei stato, quali congiurati hai convocato e quali decisioni hai preso?
O tempora! O mores!
Il Senato è al corrente di questi progetti, il presidente ne è consapevole: eppure costui continua a vivere.
A vivere? Non solo, ma addirittura viene in Senato, gli si permette di prendere parte alle decisioni di interesse comune, osserva ciascuno di noi e con un’occhiata gli assegna un destino.
Quanto a noi, uomini di grande coraggio, siamo convinti di fare abbastanza per lo stato vanificando i furiosi tentativi di quest’uomo.
In Italia, allo sbocco delle valli padane, vi è un esercito schierato contro il popolo italiano; il numero dei nemici cresce di giorno in giorno; il comandante, la guida di tale esercito, lo potete vedere in città, e persino in Senato, ordire giorno dopo giorno le sue trame contro la repubblica.
Se ora dessi ordine di catturarti, Berlusconi, sono convinto che tutti i cittadini onesti direbbero che l’ho fatto troppo tardi, e non che ho agito con eccessiva crudeltà.
Ma io per una ben precisa ragione sono portato a credere che sia bene non fare ancora ciò che si sarebbe dovuto fare già in precedenza.
Alla fine sarai comunque sconfitto, quando ormai non si troverà più nessuno tanto ingiusto, tanto corrotto, tanto simile a te, da non riconoscere apertamente che ho agito secondo la legge.
Finché ci sarà uno solo che oserà difenderti vivrai, ma vivrai così come stai vivendo ora, assediato, in modo che tu non possa ordire trame contro lo stato.
Molti occhi e molte orecchie ti osserveranno e ti ascolteranno, senza che tu te ne accorga, come hanno fatto finora.
E dunque, Berlusconi, che motivo c’è per attendere ancora, se nemmeno la notte riesce a nascondere con le tenebre i tuoi incontri scellerati, se neppure le pareti di una casa privata bastano a coprire le voci del tuo ordire, se tutto è chiaro, se tutto viene alla luce?
Dammi ascolto, cambia il tuo proposito.
Che ciascuno sia trattato dalla sorte così come si rende meritevole verso la Repubblica.