venerdì 29 maggio 2009
José Saramago
Né tu puoi farmi tutte le domande, né io posso darti tutte le risposte.
La gioventù non sa quel che può, la maturità non può quel che sa.
Ho imparato in questo mestiere che chi comanda non solo non si ferma davanti a ciò che noi definiamo assurdità, ma se ne serve per intorpidire le coscienze e annullare la ragione.
Chiaro che siamo in guerra, ed è una guerra di accerchiamento, ognuno di noi assedia l'altro ed è assediato, vogliamo abbattere le mura dell'altro e mantenere le nostre, l'amore verrà quando non ci saranno più barriere, l'amore è la fine dell'assedio.
José Saramago (Premio Nobel per la letteratura)non accetta censure. È per questo che ha rifiutato la richiesta di Einaudi (propietà di Berlusconi)di modificare, con un’operazioni di editing, alcuni passi del suo ultimo libro, «O caderno».
Nel libro lo scrittore si permette di dire la sua sulle vicende di attualità politica, economica, culturale o sociale che più lo colpiscono. Ce n’è per tutti: da Bush a Blair, da Aznar al Papa e Fidel Castro, passando per Guantanamo, le colonie israeliane, Davos e Wall Street.
Ma ce n’è soprattutto per l’Italia: «terra della mafia e della camorra (…)governata da un delinquente».
ll brano «incriminato», prende spunto dalla tendenza del premier a censurare la produzione culturale a lui non grata (come il film «W.» di Oliver Stone)
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