domenica 1 dicembre 2013
Prossima Armageddon
L'apocalisse liberista comincia a realizzarsi e a rendere tangibili gli incubi delle prime generazioni ambientaliste e non solo.
Che ci si sia arrivati nonostante gli avvertimenti attiene alla natura umana, alla natura delle masse incolte, come alla natura di quanti, pur avendo coscienza dei problema, sono distratti dall'avidità o in altre faccende affaccendati.
Dal globale al locale, tutto il pianeta è ormai avvelenato.
L'uomo ha prelevato e elaborato materie prime restituendo scarti di lavorazione e veleni.
I veleni sono finiti nell'acqua, nell'aria e da lì ovunque.
Gli orsi al Polo nascono ermafroditi, gli alberi in Siberia muoiono prima che le avanguardie dei taglialegna li possano raggiungere; sono inquinate le vette, come gli abissi.
Il caso ci ha dato un'atmosfera che gli esser viventi hanno imparato a respirare attraverso un'evoluzione lunghissima, sopravvivendo anche a cambiamenti nella sua stessa composizione, evolvendo bio-elementi che, grazie alla lentezza dei processi, hanno trovato quel miracoloso equilibrio, tanto necessario quanto inevitabile.
La relativa velocità, o meglio la vorticosa lentezza naturale dell'evoluzione, ha concesso il tempo necessario all'evoluzione degli organismi.
Da duecento anni questa velocità è cambiata, aumentando drammaticamente.
Tutti lo sanno, ma gli allarmi lanciati da decenni restano per lo più inascoltati. Sono decenni che si denuncia il taglio insostenibile delle foreste.
E' da allora che la quantità di quelle tagliate ogni anno aumenta.
Dal 1800 sappiamo che certe sostanze inquinano, ma questo non ha evitato che per duecento anni si sia scavato oro e lo si sia lavato con il cianuro; o che altre sostanze siano state sparse per decenni senza alcun filtro.
Tutto lo scarto che produciamo finisce, prima o poi, nell'acqua.
Da anni la FDA sconsiglia, le gestanti e i bambini dal mangiare un lunghissimo elenco di specie marine più di una volta a settimana.
Nel mare non ci sono confini, tutto il pescato del mondo contiene livelli simili di metalli pesanti e via elencando.
La situazione dell'atmosfera aveva preoccupato gli unici che possono preoccuparsi di questo dramma. Gli stessi che possiedono la conoscenza, il potere e le ricchezze del mondo.
Tutto quello che sono riusciti a fare è stato firmare un trattato, quello di Kyoto, che impegnava ad un 6% di riduzione delle emissioni in atmosfera.
Gli studi sui quali si fondava l'esigenza di siglare il protocollo, chiedeva una -urgente- riduzione di -almeno- il 30% delle emissioni.
Il protocollo di Kyoto non lo ha rispettato nessuno, nemmeno i firmatari, nemmeno l'Italia.
Oggi ci dicono che le emissioni sono aumentate del 10%.
Non poteva essere diversamente; un sistema che si fonda sullo sfruttamento del pianeta e dei suoi stessi abitanti non può riformarsi neppure sotto la spinta della sopravvivenza.
La prospettiva di finire avvelenati con una atmosfera non respirabile non è immediata, e neppure certa, ma urgente se ci poniamo nei panni delle prossime due generazioni.
Già ora è chiaro che la specie umana evolverà anche attraverso mutazioni imposte o favorite dell'inquinamento ambientale.
Se anche si riuscirà a limitare i danni all'atmosfera, non si potrà fare altrettanto con l'inquinamento dei terreni e delle acque.
E' fin troppo evidente che coloro che vorranno lucrare ne avranno licenza per ancora più tempo, se tutto resterà come adesso.
Come gli orsi polari, anche gran parte della popolazione mondiale subirà gravi mutazioni genetiche.
Già ora accade, basti pensare alla diffusione delle allergie.
A molti medici basta pensare alla qualità dell'aria che respirano durante la giornata per spiegarsela; basta fare la prova inspirando con forza nei luoghi della quotidianità.
Molti altri che vivono a favore di falde inquinate, che si nutrono per tutta la vita di cibo sintetico o marcio, soffrono malattie strane.
Per assisterli tutti non basterebbe dedicare loro tutte le tasse del mondo.
New York ha 800.000 diabetici, tra poco saranno un milione.
Il sangue dei newyorkesi impazzisce perché dentro c'è di tutto: dagli ormoni medicinali che danno agli animali fino alle centinaia di pillole che gli americani vengono educati a mangiare fin da piccoli.
Inquinamento da medicinali, case farmaceutiche poco controllate fanno disastri e uccidono come la food industry.
Quello che si tende a sottovalutare, quando si parla di inquinamento ambientale, è che i pericoli che dobbiamo temere non sono uguali al maggior pericolo che ci possiamo immaginare.
Come i nostri corpi assorbono i miasmi del traffico, benzene, polveri sottili, allo stesso modo assumono sostanze impreviste dal cibo, dalle nostre stesse abitazioni ed oggetti, dai vestiti; sono esposti a radiazioni di ogni tipo.
Come succede al nostro corpo, così il problema investe tutte le specie viventi.