martedì 1 maggio 2012
Conte di Saint Germain
Un uomo può vivere più del limite biologico di 120 anni? E se sì, può conservare un'apparente giovinezza per decine di anni al punto di sbalordire i Contemporanei? In effetti, la ricerca dell'immortalità è sempre stata una prerogativa dell'uomo. Se Noè e Matusalemme vivevano senza problemi 900 anni come racconta la Bibbia, è chiaro che le leggende di immortali a zonzo per la Terra sono antiche quanto la civiltà, da Aasvero, l'Ebreo Errante, fino al cinematografico Highlander. Ma un uomo, un solo uomo può fregiarsi forse pubblicamente del titolo di immortale: si tratta del celeberrimo (o famigerato) Conte di Saint Germain, un vero divo del XVIII Secolo che sbalordiva con le sue azioni le corti di tutta Europa. Un uomo bizzarro, enigmatico, affascinante: più famoso di un attore o di un calciatore moderno, era al tempo idolo delle donne di ogni estrazione sociale e bersaglio degli strali di altri alchinisti-playboy, Casanova in testa. Sì, perché Saint Germain era un alchimista, o almeno la spiegazione più logica sul suo operato è quella che fosse a conoscenza di tanti, tantissimi segreti arcani…
La storia ufficiale dice che il Conte nacque dalla ex regina di Spagna, Marie Annie di Neuburg che era rimasta vedova e un nobile dignitario, l'Amirante di Castilla. Nacque in un castello vicino ad Asti e dunque era italiano, anche se di genitori spagnoli e di rango regale: ciò gli consentì una vita all'insegna della costante ricchezza e gli interessi esoterici naturali del giovane Conte, di cui non si sa il nome di battesimo, poterono così essere soddisfatti. Il problema è che questa nascita è tutto fuorché certa, in quanto saltarono fuori, durante un'inchiesta del XIX Secolo di cui parleremo in seguito, che il Conte possedeva altri certificati di nascita che usava a suo piacimento. Per alcuni studiosi era portoghese e di famiglia ebraica; in Francia si dava buono il fatto che fosse nato nel 1710 a Saint Germain, da cui prese il nome e il titolo; per l'occultista ottocentesco Eliphas Levi, era nato a Lentmeritz in Boemia, figlio di un nobile decaduto che apparteneva alla Rosacroce e che prima di morire lo iniziò ai segreti della setta. Altri ancora lo identificano con lo stesso Christian Rosenkreuz, il presundo fondatore dell'ordine che precedette forse la Massoneria. Chi può dire quale sia la verità? Certa è solo la sua grande esperienza in ambito esoterico e già nel 1713 si può ammirare la sua opera alchemica presso le corti fra Prussia e Boemia, al punto da diventare discepolo di un altro celebre alchimista, Johann Fredrich Böttger, l'inventore (o per meglio dire reinventore) della porcellana. In Prussia negli anni '30 del XVIII Secolo Saint Germain si faceva chiamare Lascaris, era un apprezzato alchimista esperto in tinture e trasmutazione di metalli, al punto da divertirsi a trasformare il rame in oro sotto gli occhi dei cortigiani. Ma Lascaris ebbe l'accortezza di fuggire da quelle regioni quando il terreno iniziò "a scottargli sotto i piedi". Se Böttger fu imprigionato dal principe Augusto il Forte e costretto a realizzare pubblicamente la pietra filosofale, (e dal cui fallimento oggi abbiamo la porcellana), Saint Germain invece vi riuscì privatamente e segretamente, in quanto arrivò a far perdere le sue tracce "morendo" nel Landgraviato di Hesse intorno al 1735.
Invece ricomparve bello e sano, in perfetta forma, nel 1743 a Londra, ad appoggiare la rivolta dei Giacobiti che sostenevano il re di Scozia Giacomo II Stuart. Saint Germain evidentemente lavorava per conto dei francesi, che avevano tutto interesse a mettere il re Stuart sul trono inglese. Ma dopo la battaglia di Culloden le cose andarono storte per i seguaci dello scozzese e i Giacobiti furono arrestati in massa. Anche Saint Germain lo fu: e sotto il torchio delle autorità inglesi, per la prima volta il Conte sudò freddo. Non volle ammettere il suo vero nome, si seppe solo che Saint Germain era il nome francesizzato di San Germano, una Contea del Tirolo italiano della quale aveva comprato dal papato il titolo nobiliare. Tutto regolare, a quei tempi la nobiltà si comprava… Ma qual era la vera orgine dell'uomo? Lo storico Horace Walpol lo incontrò e annotò la cosa nei suoi diari. Il 9 dicembre 1745 si legge: "L'altro giorno è stato arrestato un individuo che si fa chiamare Conte di Saint Germain. Vive qui da due anni, ma non vuole dire chi è né da dove viene. Dichiara che Saint Germain non è il suo vero nome. Canta e suona il violino meravigliosamente: ma è sicuramente pazzo". Pazzo o no, fu scarcerato ed espulso dalla Gran Bretagna come persona sgradita. Il Conte Warnstedt disse di lui che era un "ciarlatano, fanfarone, truffatore della peggior specie". Saint Germain trovò rifugio a Versailles, presso la corte di Luigi XV. Qui iniziò a sbalordire gli astanti: creava diamanti dal nulla, trasformava il rame in oro, inventò un sistema per far aumentare di volume le perle e addirittura riuscì a "smacchiare" un diamante del re, che aumentò di valore passando da 6mila a 10mila franchi! Tutto ciò ci viene raccontato minuziosamente nei diari di Madame Pompadour, la favorita di Luigi XV, che ne era letteralmente abbagliata. Saint Germain "resuscitò" un'amica della stessa Pompadour; guarì istantaneamente con un'energia misteriosa (il Reiki?) il maresciallo di Belle-Isle e risolse telepaticamente il caso della scomparsa dell'alchimista Mastro Dumas che risaliva al 1700 (guadagnandosi la totale riconoscenza dello stesso re); era capace di andare in trance e di rimanere in uno stato di animazione sospesa per 45 ore; era capace di scrivere con due mani e di ripetere a memoria, a distanza di giorni, un foglio letto distrattamente. Ancora, parlava Inglese, Italiano, Francese Spagnolo, Portoghese, Tedesco, Russo, Svedese, Danese, Serbo, Polacco e forse anche il Sanscrito; era poi un eccellente artista sia in campo musicale che figurativo, con sonate stampate a Londra dall'editore Waish tra il 1748 e il 1760 ed apprezzate sia da Mozart che da Gluck. "Saint Germain rivaleggiava con lo stesso Paganini" disse di lui nel 1835 un belga ottantenne; "È Saint Germain resuscitato che suona il violino nel corpo di uno scheletro italiano", sostenne un barone lituano. Entrambi i testimoni avevano udito i due personaggi suonare dal vivo…
Cosa strana ancor di più, Saint Germain non accettava mai denaro e non mangiava in presenza di esseri umani: non prendeva mai nemmeno un bicchiere d'acqua. Detto questo, ce ne sarebbe da scrivere un romanzo, ma le sorprese non finiscono certo qui. Madame de Vergy, nobildonna del seguito di Madame Pompadour, lo riconobbe nel 1758 come l'uomo che vide da piccola a Venezia intorno al 1715: pensò inizialmente che ne fosse il figlio, ma poi, davanti al minuzioso ricordo dell'incontro, si convinse che Saint Germain era lo stesso individuo. Qui iniziarono a circolare le voci della sua presunta immortalità e lo stesso Conte non faceva mistero di avere migliaia di anni. Diceva di essere nato in Caldea, di essere stato amico di Gesù, confidente di Giulio Cesare e citava persino il menu delle Nozze di Cana, assieme a tanti e tali avvenimenti con un tale livello di dettaglio che nessuno storico trovò mancanze nelle sue osservazioni. Ovviamente, questo non significa nulla. Poteva essere benissimo un iniziato che aveva avuto accesso a documenti segreti, o un adepto della Massoneria, dato che sicuramente era alchimista e dunque conosceva segreti arcani. Di questo era sicuro Casanova, che in cuor suo lo odiava ma in un certo senso ne rimaneva anch'egli affascinato. Il veneziano Giacomo infatti annota nei suoi diari nel 1760 che Saint Germain era un uomo straordinario, ma anche "re degli impostori e dei ciarlatani", uno che diceva di avere trecento anni e che considerava un gioco da ragazzi fabbricare diamanti, al punto da usarli come bottoni. "ma nonostante le sue fanfaronate, le sue spudorate menzogne e le sue stravaganze, non posso dire tuttavia che fosse sgradevole. Benché sapessi con chi avevo a che fare e nonostante i sentimenti di astio che nutrivo per lui, lo trovavo interessante". Tuttavia proprio in quest'occasione, a La Haye, Saint Germain si ficcò nei guai. Finché richiamava l'odio di Casanova, geloso in quanto a sua volta alchimista, non succedeva nulla di male, a parte forse qualche scazzottata. Ma quando i suoi giochi oscuri attirarono le attenzioni del Duca di Choiseul, ministro degli esteri e abilissimo politico e diplomatico, il Conte cadde in disgrazia. Al duca fu chiaro che Saint Germain era un doppiogiochista che con le sue moine al re portava in realtà avanti un piano segreto a vantaggio della Prussia. E non dimentichiamo che Lascaris soggiornò a lungo in Prussia… Accusato di alto tradimento e cospirazione ai danni di Luigi XV, Saint Germain dovette scappare di tutta fretta. Andò col falso nome di Conte di Saint Surmont a Londra e poi in Olanda; qui costruì un laboratorio alchemico in cui fabbricò centomila fiorini d'oro, dileguandosi pochi attimi prima dell'irruzione della polizia che trovò alambicchi e provette e una parte dell'oro. Rifugiò in Belgio, dove operò come Conte di Monferrat. Arricchitosi ulteriormente, riacquistò la sua dignità e nel 1768 fu chiamato alla corte di Caterina II di Russia. La zarina doveva molto a lui in quando le sue predizioni da chiaroveggente l'aiutarono non poco a prendere il potere, o almeno così si disse al tempo. Il generale delle armate imperiali Orloff, amico di Saint Germain e a sua volta alchimista, lo nominò generale col titolo di Conte di Welldone. Vinti i Turchi in una battaglia, nel 1770 si trasferì a Norimberga, andando a fare l'alchimista per Carlo Alessandro di Brandeburgo e poi addirittura per l'imperatore Federico il Grande di Prussia.
La fama del Conte era ai massimi livelli, anche se appariva chiaro ai francesi che davvero si trattava di una spia: ciò non gli impedì di avere una fitta corrispondenza con Maria Antonietta, predicendole l'imminente Rivoluzione. Dopo la morte della regina si trovò annotato nei diari della stessa che si rammaricava di non aver dato retta ai consigli del Conte. Comunque sia, nel 1779 il nostro si era stabilito a Eckernförde, in Prussia; dimostrava una settantina d'anni e con questo aspetto lo troviamo alla sua morte, dovuta a polmonite, avvenuta il 27 febbraio 1784 nel castello tedesco di Schleswig-Holstein. Una settimana dopo il funerale però iniziarono i dubbi. Il padrone del castello in cui morì, il principe Carlo di Assia, tornato da un lungo viaggio appositamente per rendere l'ultimo saluto all'amico, fece aprire il sepolcro ma del cadavere di Saint Germain non vi era traccia. Nel 1789 il mistero ricomincia: Saint Germain riapparve alla corte del re Gustavo III di Svezia e qui fece visita a una nobile francese scappata dalla Rivoluzione, la Contessa d'Adhemar. Le avrebbe confidato: "Tutti i miei sforzi per salvare la monarchia francese sono stati vani"
Sempre alla Contessa Saint Germain predisse che si sarebbero incontrati altre cinque volte, l'ultima delle quali fu nel 1822, con il Conte sempre splendido quarantenne… Mentre avrebbe dovuto avere almeno 112 anni! Tanto per dire, Saint Germain intorno al 1790 fece un viaggio in America; nel 1798 era a Vienna; nel 1835 fece ritorno a Parigi e si confidò con un tale Oettinger; alcuni anni dopo si faceva chiamare marchese di Kergouet e viveva di rendita. Nel 1870 Napoleone III volle chiarire la vera natura di questo uomo e fece effettuare delle ricerche a tappeto in tutta la Francia. I documenti conclusivi dell'inchiesta andarono però distrutti nell'incendio doloso dell'Hotel de Ville, il municipio di Parigi, nel 1871. Tutto ciò che riguardava il Conte da un punto di vista burocratico andò perduto. Dunque sul finire del XIX Secolo le tracce dell'alchimista immortale si perdono nel nulla. Iniziò così la leggenda. Chi era davvero questo enigmatico personaggio? Le tracce che lasciò dietro di sé furono tantissime, al pari delle testimonianze. Voltaire disse che era un "Conte da barzelletta", per Cagliostro una guida spirituale, per Mesmer un collega in contatto con l'aldilà… Per l'ermetista Claude de Saint Martin, così come per la Società Teosofica di Helena Blavatsky, era un gran maestro, uno degli uomini illuminati che hanno fatto la storia dell'umanità, In pratica Saint Germain era una specie di sciamano, forse un adepto dei culti misterici, un maestro Reiki, e chissà quant'altro. Logicamente, ci pare che la diceria secondo cui avesse trovato l'elisir di lunga vita e la Pietra Filosofale possa avere credito.
mmaginate un uomo che riesca a tramutare il rame o il piombo in oro: la cosiddetta Grande Opera. Ebbene, le spese e la "bella vita" non consetirebbero di avere un tenore di vita costante se non provvedesse periodicamente a rimpinguare il portafoglio di nuove ricchezze. Ecco il senso delle sue sparizioni; e anche la giovinezza, si dice che l'alchimia possa ringiovanire di 20-30 anni e non di fornire l'immortalità. Dunque, i conti apparentemente tornano… Saint Germain era un alchimista particolarmente bravo e grazie alla sua bravura riuscì a fare l'avventuriero per 130 anni. O forse le cose non andarono così? In effetti, per alcuni studiosi il Conte era in realtà un altro grande alchimista del passato, Nicolas Flamel. E oggi sarebbe ancora vivo col nome di Fulcanelli: un alchimista moderno, autore nel '26 e nel '30 di due libri fondamentali per i cultori di esoterismo, "I segreti delle cattedrali" e "Le dimore filosofali", in cui si narrano fatti e conoscenze simbolici profondamente legati al pensiero alchimistico, quasi che dietro vi sia una conoscenza antica di millenni. Per anni questi due testi furono la bibbia di ogni bravo aspirante esoterista.
Alcuni anni fa, ne 1999, si annunciò però la pubblicazione di una terza opera di Fulcanelli, "Finis Gloriae Mundi", riedizione di un'opera analoga bruciata dallo stesso autore negli Anni '30 e riscritta ai nostri giorni. Se questo discorso ha provocato polemiche a non finire sull'autenticità dell'opera (che è stata ricevuta da un editore francese via e-mail da una fonte sconosciuta), le possibilità a nostro dire sono due: o è davvero Saint Germain-Flamel-Fulcanelli redivivo oppure dietro questi signori si nasconde qualcuno, forse un'organizzazione segreta, che porta avanti da secoli un progetto oscuro che per il momento non ci viene rivelato. Nel '700 si disse che di Saint Germain non ce n'era uno ma molteplici: era un modo per "agitare le acque" e intrufolarsi subdolamente nell'alta società passando per una specie di "semi-dio". Su questo aspetto di "mito vivente" c'è molto da dire, in quanto in tempi moderni Saint Germain appare deificato letteralmente dalle sette appartenenti alle correnti metafisiche. Molti riti metafisici sono innegabilmente interessanti e hanno delle correlazioni con il Reiki: il potere della parola, il potere del "Io sono" e dei colori in grado di mutare la realtà circostante. Secondo la teoria metafisica, che in modo sorprendente coincide con la teoria fisica delle "Stringhe", l'universo materiale non esiste, trattandosi invero di una forma corrotta di energia che vibra a basse frequenze. Ecco perché il corpo fisico veniva considerato da alcune correnti religiose del passato (Manichei, Gnostici, Catari) come malvagio e impuro: si tratta di una corruzione dell'energia originaria ma, possedendo la consapevolezza della nostra energia interiore - la cosiddetta anima - è possibile superare i vincoli della materia e della morte. Per i metafisici quindi Saint Germain è un dio incarnato, un novello Gesù Cristo che nella sua vita millenaria ha impersonato tutti i principali maestri e filosofi dell'antichità, da Pitagora a Cristo fino a Cristoforo Colombo e Bacone. Per queste sette, Saint Germain è dunque un nume da invocare per ottenere questa o quella benevolenza, non troppo diversamente da come veniva considerato appunto dalla Società Teosofica. Che dire di tutto ciò? Nel rispetto delle convinzioni di ognuno, non ci esprimiano su questa deriva religiosa. Storicamente però ci pare che Saint Germain sia stato un uomo reale, vera superstar assoluta del '700 e che la sua vita meriti non uno, ma almeno dieci film. Non capiamo come gli sceneggiatori di Hollywood possano dimenticare simili personaggi!(Non così per i fumetti e i cartoni animati, per fortuna. Saint Germain è stato protagonista-antagonista di innumerevoli titoli).
(Sopra) Nicolas Flamel.
(Sotto) Fulcanelli.
Tuttavia i dubbi e le perplessità soprattutto sulla spacconaggine della persona restano. In fondo nella sua epoca l'Inquisizione ancora si divertiva a bruciare sul rogo qualsiasi donna desse la parvenza di essere strega… Scherzare in questo modo sulla sua immortalità ci pare di dubbio gusto, anche se comunque non si può rimanere immuni dal fascino del personaggio, come ben scrisse Casanova. Comunque sia, che ne è del Conte oggi?
Un aviatore americano disse nel 1939 di averlo incontrato in un monastero tibetano: gli annunciò un imminente ritorno per aiutare l'umanità in previsione dell'arrivo dell'era atomica. Ai nostri giorni invece si dice che il Conte passi ogni giorno di Natale nei giardini del Pincio a Roma, seduto su una panchina.