venerdì 5 marzo 2010
Guerre Laser
Questa “nuova” tipologia di oggetto offensivo è quella di colpire il bersaglio con un treno di impulsi elettromagnetici sufficientemente potente da generare un’onda d’urto dalla superficie, per evaporazione ed espansione della stessa.
Questa tipologia di arma rientra nella più vasta categoria delle DEW (Directed-Energy Weapons), in cui l’energia è trasferita al bersaglio senza l’uso di un proiettile.
Una prima applicazione, è quella che viene usata come “blinding weapon”: una potenza molto ridotta del laser può portare i soggetti esposti anche alla perdita della vista permanente.
Non bisogna pensare però al classico flash abbagliante: in questo caso si parla di un’arma in cui il fascio laser è collimato direttamente nell’occhio del bersaglio.
Il dipartimento della difesa USA ha recentemente montato con successo una torretta rotante laser sul muso di un Boeing 747.
Nel frattempo Northrop Grumman a L.A. ha messo a punto un laser che oltre ad avere una potenza sufficiente a distruggere un aereoplano è anche di dimensioni tali da poter essere montata su un mezzo volante.
Non è una questione banale: il maggior problema nel dotare un aereo di questi giganteschi laser è chiaramente lo spropositato consumo energetico e, di conseguenza, la necessità di speciali sistemi non solo di alimentazione, ma anche di raffreddamento.
Si è ricorso quindi a superconduttori, ad alimentazioni con energia nucleare, a particolari reazioni chimiche, rendendo, come è facile immaginare, questo tipo di arma molto difficile da implementare.
L’ambiente circostante può però influenzare criticamente il funzionamento di queste armi: un serio problema è infatti un effetto chiamato “blooming”, per il quale il laser, per effetto dell’atmosfera, si defocalizza e si disperde, tanto più se attraversa zone nebbiose o fumose, perdendo quindi di efficacia.
I laser poi sono anche suscettibili di assorbimento da parte di qualunque agente atmosferico si frapponga tra l’arma e il bersaglio, causando perdite di potenza anche piuttosto significative.
Per risolvere il problema la difesa americana sta lavorando ad armi contro gli agenti atmosferici stessi, in grado di aprire letteralmente la strada all'arma.
L’utilizzo di una certa arma piuttosto che di un’altra non solo costringe il “difensore” ad escogitare nuove tecniche di difesa, ma inevitabilmente va a modificarne il modo di pensare.
Un esempio molto banale è questo: un missile ha una traiettoria “prevedibile”, un tempo di volo finito e, non ultimo, una consistenza fisica; ovvero, un missile è intercettabile.
Ma come cambierà questo discorso quando l’attacco nemico avrà, a fronte di una traiettoria assolutamente rettilinea, una velocità pari a quella della luce e sarà privo di massa ...