mercoledì 7 luglio 2010

Gatti

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Comparsi la prima volta accanto all'uomo quando questi incominciò a coltivare il grano ed ebbe la necessità di difendere le proprie scorte di frumento dai ratti e dai topi.
Le raffigurazioni di gatti, che fino ad oggi sono ritenute le più antiche, provengono da Hacilar in Anatolia (6000 a.C.).
Solo di poco più recente è una rappresentazione proveniente da Gerico (5000 a.C.) che raffigura alcune donne intente a giocare con dei gatti.
Intorno al 3000 a.C. ebbe inizio la loro vera, rapida carriera, l'ascesa agli onori divini.
I sacerdoti della dea Bastet dalla testa di leone avevano non pochi problemi con gli animali sacri alla loro divinità: infatti i leoni erano assolutamente inadatti ad essere addomesticati.

Una leggenda dell'antico Oriente, narra che allora il leone starnutì e, dalle sue narici saltò fuori un piccolo gatto.
I primi geroglifici in cui compaiono le parole "Gatto - Mint" e "Gatta - Miu" sono databili alla V e VI dinastia (intorno al 2300 a.C.).
Già all'inizio del Medio Regno i loro antenati erano considerati animali sacri.
Ra, il dio del Sole, era venerato sotto sembianze feline e la dea Bastet fu promossa al rango di vera e propria divinità-gatto.
Il culto del gatto conobbe il suo momento di maggior fulgore durante la XII e la XIII dinastia (intorno al 1800 a.C.).
Gli egiziani che visitavano il tempio di Bastet portavano come offerta oggetti di devozione sotto forma di piccole figure di gatto in ceramica o bronzo, inoltre seppellivano i corpi imbalsamati dei loro amatissimi gatti defunti.
Giacevamo all'interno di piccoli sarcofaghi decorati ed corredati di giochi e di cibo per il lungo viaggio nell'aldilà.
In segno di cordoglio le persone in lutto si rasavano le sopracciglia.
Erano curati dai sacerdoti del tempio e per questi era severissima la punizione nel caso fossero accusati di negligenza nei confronti dei gatti sacri.
Per un Egiziano facoltoso possedere un gatto era una sorta di <>.
La loro esportazione era severamente vietata.

In Cina , all'epoca del Regno di Mezzo, compare il gatto sacro "Mao" che insieme a "Hu", la tigre sacra, difendeva le culture di grano dell'antica Cina.
Ma nel VI secolo cominciò a svilupparsi un culto molto contraddittorio: Mao venne sostituito da Miao-Kuai, gatto demoniaco il cui compito era quello di risvegliare i morti.

In Giappone, con la dottrina buddista, si trovò d'un tratto a godere di un'enorme considerazione.
Ma 200 anni dopo la figura del gatto divenne "Nekomata", il demonio che nella notte trasforma la propria coda in serpente, per questo tutti i "demoni" ebbero la coda mozzata!
Solo nel 1602 furono completamente riabilitati.

In Europa i suoi antenati hanno dovuto sopportare con pazienza una storia piena di contraddizioni, facendoli rimanere per questo tra l'inferno e il paradiso.

Presso i Greci e nel mondo latino, diventarono popolari solo alla fine del I secolo d.C.
Si diffonderono nell'Europa centrale al seguito delle guarnigioni romane. Inizialmente erano considerati dei giocattoli poi intorno al 350 d.C. trovarono impiego nei vigneti e nei campi di carciofi contro le arvicole e le talpe.

In Arabia, in Inghilterra e in Svizzera per l'uccisione di un gatto si doveva pagare un'ammenda, i gatti bianchi avevano fama di possedere una certa dose di forza magica (in Finlandia, ancora oggi, i gatti bianchi vengono trattati con particolare riguardo).
Nel 936 da Howell il Buono, principe del Galles meridionale, venne emanata la prima legge in difesa degli animali domestici.
A quei tempi dovevamo essere custoditi con cura e per essere un bravo cacciatore dovevamo avere: <>.
Nel 590 salì al soglio pontificio un grande amico dei gatti, Gregorio I Magno, la leggenda ci tramanda che egli fosse solito portare nascosto nelle ampie maniche del suo abito un gattino e fu proprio lui a consentire che i gatti potessero essere tenuti come unico animale domestico nei monasteri.
Ma nel Medioevo si era alla ricerca di immagini inquietanti e demoniache e anche i gatti si ritrovarono sotto il tiro del potere pontificio.
Furono torturati, messi al rogo e considerati strumenti del demonio.
Fu solo dopo la Guerra dei Trent'anni che cessarono le persecuzioni più gravi.
Non furono né amati né odiati e diventammo animali domestici semiliberi e "senza valore".
Un certo alone soprannaturale è rimasto addosso anche oggi, sotto forma, più che altro, di superstizione.
Con l'inizio del XIX siamo stati muse ispiratrici per artisti e scrittori.
Così, da pazienti animali legati alla casa, diventammo dei veri e propri compagni con il quale l'uomo condivide i propri sentimenti.